venerdì 25 febbraio 2011

Agile (ex Eutelia): Landini, prosegue lotta per lavoro

"Il messaggio che viene lanciato da questa conferenza nazionale è che ci sono persone con competenze significative nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni intenzionate a dare il loro contribuito in un settore il cui rilievo diventa di giorno in giorno più strategico per un paese industriale come il nostro". Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, concludendo a Roma i lavori della conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile, svoltasi presso la sede centrale della Cgil.

"All’interno dell’industria metalmeccanica – ha proseguito Landini – ci sono aziende bloccate o assediate da una crisi economica di proporzioni globali. Non è questo il caso di Agile, né quello di Eutelia. Aziende la cui crisi non ha un’origine industriale, o comunque economica, ma deriva solamente da scelte sbagliate di un management dissennato e dall’assenza delle decisioni che qualsiasi governo avrebbe già preso da tempo",
"Proprio queste lavoratrici e questi lavoratori, che sono costretti a stare in cassa integrazione, o che, in alcuni casi, non si sono tirati indietro neppure di fronte all’ipotesi di lavorare senza stipendio pur di non far perdere alla loro azienda il rapporto con clienti importanti per la sua sopravvivenza, hanno elaborato un progetto industriale volto a rimettere insieme informatica e telecomunicazioni, ovvero Agile e Eutelia".
"Di fronte a una crisi ingiustificata e incomprensibile di aziende così importanti per il sistema-Paese, c’è chi ha forse sperato che i lavoratori di Agile e di Eutelia venissero cancellati dalla scena sociale e politica. Ma la caparbia decisione di questi lavoratori di battersi per conquistare un futuro a queste stesse aziende ha fin qui vanificato tale tentativo. Difendere le loro competenze e far sì che queste stesse competenze possano essere utilizzare per produrre innovazione è una cosa utile non solo per i lavoratori di Agile e Eutelia, ma per tutto il tessuto industriale e civile del nostro Paese".

domenica 20 febbraio 2011

Agile e quel rischio di fallimento di Stato

Ministeri ed enti pubblici in ritardo coi pagamenti: «Senza stipendio da due mesi». L’allarme lanciato da Fim-Fiom e Uilm nazionali che nelle scorse ore hanno inviato una lettera al Ministero

Pregnana Milanese, 18 febbraio 2011 - «Se lo stato non paga, Agile rischia la chiusura». È questo l’allarme lanciato da Fim-Fiom e Uilm nazionali che nelle scorse ore hanno inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, per sollecitare un incontro urgente e il pagamento di quanto dovuto. Troppo stanchi per salire sui tetti, troppo stanchi per presidiare le sedi, troppo amareggiati dal silenzio della politica, ma tutt’altro che intenzionati a rinunciare al loro posto di lavoro. «Nei mesi scorsi con le lotte dei lavoratori siamo riusciti a togliere l’azienda dalle mani di chi voleva distruggerla, abbiamo evitato il concordato e ottenuto l’amministrazione straordinaria - spiega Angelo Pagaria, delegato sindacale della Fiom Cgil - ma da settimane però la situazione è drammaticamente ferma.

Gli impegni che si era assunto il Governo non sono ancora stati rispettati, chi lavora non riceve lo stipendio da due mesi e intanto l’azienda vanta crediti per milioni di euro nei confronti di diversi Ministeri e società a capitale pubblico che sono scaduti da tempo. Soldi fondamentali per pagare gli stipendi e per la gestione della società». Beffati da «imprenditori travestiti da malfattori», salvati dalle sentenze dei Tribunali, oggi i 1.500 dipendenti di Agile si sentono traditi dalle istituzioni e chiedono al Governo interventi concreti per dare un futuro al ramo informatico di Eutelia, a migliaia di famiglie e soprattutto per evitare «un fallimento di Stato».
«Chiediamo solo che ci venga restituito il lavoro che ci è stato rubato - spiegano i dipendenti di Agile - solo quando potremo tornare al nostro posto di lavoro ci sarà resa anche la dignità». Intanto nella sede pregnanese di via Ai Laboratori Olivetti dove è nata l’informatica, su 430 dipendenti oggi lavorano solo 120. Giorno dopo giorno cresce la preoccupazione e si preparano nuove manifestazioni di protesta sotto le sedi istituzionali milanesi a partire dalla Prefettura: «C’è bisogno di riportare al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica la nostra situazione - continua Pagaria -. È necessario anche far partire i corsi di formazione professionale per favorire la ricollocazione dei lavoratori in cassa integrazione e creare opportunità di lavoro, come per esempio quella offerta dal Tribunale che oggi occupa 45 persone. Il fallimento di Agile sarebbe un dramma sociale».
A livello nazionale l’appuntamento per tutti i dipendenti Agile è per giovedì 24 febbraio a Roma, presso la sede della Cgil, si terrà una «Conferenza nazionale» nel corso della quale si decideranno le iniziative da intraprendere per ridare prospettive ai lavoratori: «Questi giorni potrebbero essere decisivi anche nella ricerca di soggetti interessati alle due realtà di Agile e Eutelia - scrivono i coordinatori nazionali - chiediamo al Governo di pagare quanto dovuto e di rispettare gli impegni presi in merito alle offerte e ai bandi per la vendita delle due società».

CONDANNATTI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA

venerdì 18 febbraio 2011

Fallire... con i fallimenti

Premeditati, scongiurati, invocati: i fallimenti delle imprese costituiscono un costo sia per l’economia nazionale sia per l’amministrazione della giustizia, costretta a mantenere in vita migliaia di procedure utili solo a pagare i compensi ai curatori

Così, la riforma del luglio 2006, nel ridefinire – riducendoli – i confini delle imprese assoggettabili al fallimento, ha determinato un drastico calo delle procedure concorsuali: gioia di alcuni imprenditori in perenne difficoltà, e dolore di altri, che solo attraverso la spada di Damocle dell’istanza di fallimento riuscivano a far pagare i debitori più impenitenti.


Dagli oltre 12 mila del 2005, nel 2007 i fallimenti sono scesi a 5.969, per poi ritornare a salire a 7.238 nel 2008, frutto più che altro della congiuntura economica. Ma l’intento della riforma è risultato comunque chiaro: che le imprese incapaci di sopravvivere siano sbattute fuori dal mercato stesso, senza che vi sia necessità di chiamare in causa lo Stato. Come dire: “Vedetevela da voi”. Si pensi invece che i vicini cugini d’oltralpe aprono ben 49.100 fallimenti all’anno (dato del 2008, sulla base di uno studio Cerved).
Succede poi che, molto spesso, nelle interminabili liste di clienti morosi, le imprese non vengano subito a conoscenza che uno di questi, tra una diffida di pagamento e l’altra, è nel frattempo fallito. E quindi ci si insinua al fallimento con istanze tardive, quando già i giochi sono ormai fatti.

Così, nel periodo in cui non si fa che parlare di e-justice, lo scorso 14 febbraio il ministero della Giustizia ha battezzato la nascita del portale http://procedureconcorsuali.giustizia.it che “consentirà alle parti del processo e ai cittadini interessati, un accesso veloce e sicuro alle informazioni relative alle procedure concorsuali".
Il nuovo servizio, realizzato da tecnici della direzione generale per i Sistemi Informativi Automatizzati e dalla Elsag-Datamat, è stato inizialmente disegnato per divulgare le notizie relative al crack dell’Alitalia. Poi lo si è allargato a tutte le procedure concorsuali, affinché fosse uno strumento di divulgazione dell’evoluzione di qualsiasi procedura fallimentare. In questo modo si intende rendere fruibili on-line informazioni e documenti, altrimenti disponibili solo presso le cancellerie dei tribunali civili. Qualsiasi azienda, allora, attraverso il portale, potrà monitorare quotidianamente lo stato di eventuale decozione dei propri clienti e, quindi, partecipare subito alla distribuzione concorsuale dell’attivo (sempre che ve ne sia...).

Siamo andati a verificare, con estrema curiosità, come funziona il nuovo servizio. Qui subito la delusione. Nell’elenco dei Tribunali “registrati” ad oggi c’è solo quello di Roma. E, all’interno di esso, le procedure indicizzate sono al momento solo tre: si tratta di Amministrazioni straordinarie (Siremar S.p.A., R.G. 4/2010; Tirrenia di Navigazione S.p.A., R.G. 3/2010; Agile S.r.l., R.G. 1/2010). Alla luce di ciò suona un po’ ironica la frase riportata sull’home page, sotto il logo del ministero: “Percorsi chiari e precisi: un tuo diritto”…

Tra le FAQ, la spiegazione di tanta solitudine documentale: “Un Tribunale che vuole usufruire dei servizi del Portale può accreditarsi presso la Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati (DGSIA) secondo le linee guida riportate sul portale interno dell’Area Civile della DGSIA”.

In definitiva, c’è da pensare che il Ministero non faccia null’altro che mettere a disposizione una piattaforma. Saranno invece i singoli Tribunali a decidere se e quando aderire al servizio. E, conoscendo la velocità con cui “naviga” la nostra giustizia, nella migliore delle ipotesi il sito rimarrà in questa condizione ancora per molto.
A cura dell'avv. Angelo Greco


Eutelia non può essere abbandonata a sè stessa.


E lo so. E' già campagna elettorale e si rischia che tutto venga strumentalizzato.


Ma ci sono alcune situazioni che richiedono decisione e compattezza, perchè sono patrimonio di tutti. Su Eutelia, a parte il nostro grande piccolo contributo in Consiglio Comunale, è scesa una cappa di silenzio mediatico particolarmente pesante. Personalmente seguo la vicenda da mesi, e provo a darvi una mia lettura.

Nel nostro territorio abbiamo un'azienda di Telecomunicazioni e servizi di information Technology che è commissariata da un anno. Chiunque lavori in questo settore, sa che è un tempo biblico, perchè si perdono commesse, clienti, appeal commerciale. Ogni giorno che passa diventa più difficile. Ad oggi non c'è una data ufficiale di uscita del bando di gara. Per esperienza diretta, immagino come possa funzionare un'azienda in queste condizioni, quante firme servano per far aggiustare una fotocopiatrice rotta.

Colpa dei commissari? Non credo. Svolgono solo il loro lavoro. I tempi e le modalità si decidono più in alto, al ministero dello sviluppo economico. E ancora una volta, il Ministro Romani mi sembra alquanto inefficace sulla risoluzione del problema.

Le richieste di accesso alla documentazione e quindi manifestazionei di interesse (attenzione, non offerte tecnico economiche valide) ci sono. Ed è chiaro che per molti l'interesse dominante sia il patrimonio chilometrico di fibra ottica che l'azienda detiene.

Immaginate di essere un piccolo medio operatore. Davanti a voi avete la possibilità di cablare tutta Italia a prezzi stracciati. Tiscali, Swisscom etc etc sono chiaramente interessati. Altresì, vedete in Eutelia un 'prolungamento naturale" della propria rete nativa. Da questa considerazione deriva il mio scetticismo: fossi uno di questi operatori manterrei i miei centri operativi e direzionali dove sono, registrerei e prenderei in carico la nuova rete, con buona pace di Arezzo e dei suoi centri direzionali e operativi.


In questo senso preferirei, per Arezzo, cordate che presentano un piano industriale di servizi e non di sola rete. Avrei visto bene servizi per IPTV , avrei visto bene editori di contenuti nella cordata. Non è successo, probabilmente il rischio è ancora elevato, e l'investimento sul concorrente digitale terrestre ancora troppo oneroso.
Di oggi un'intervista sulla nazione della cordata "aretina". Ecco di aretina ha poco secondo me, e non è necessariamente male. Ma ha buone idee (servizi per media e piccola impresa, segmento interessante), e ha buone gambe (dirigenti Cisco e ex Olivetti, fondi di investimento non chiarissimi ma un buon contributo alla stabilità finanziaria). Oggi scopro che della partita sono anche Italtel ( sono un ex, a parte l'affetto che mi lega, garantisco per il suo grande patrimonio professionale) e Francesco Caio, l'uomo il cui piano di rete next generation network 3 anni fa ha dato una scossa importante. Insomma, senza fare il tifo politico per nessuno (verificare i conti è necessario e doveroso), ma da tecnico, un'azienda con questi nomi ha grande potenziale tecnico e commerciale, io ci lavorerei.

Spero di esservi stato di aiuto nella lettura della situazione, e che riusciate a far pervenire il messaggio che Eutelia non può essere abbandonata a sè stessa.

mercoledì 16 febbraio 2011

AGILE/EUTELIA: SE LO STATO NON PAGA, AGILE RISCHIA LA CHIUSURA!!!


Agile il ramo IT ceduto da Eutelia, pur in amministrazione straordinaria, rischia concretamente di
precipitare
Malgrado le azioni delle Organizzazioni Sindacali sostenute dalle lotte dei lavoratori che hanno
dapprima tolto l’azienda dalle mani di chi aveva il compito di proseguire in concorso con i Landi lo
sciagurato progetto e poi, dopo aver evitato il concordato (estremo tentativo di rientrare in gioco
degli stessi soggetti che ne avevano procurato la bancarotta), a farla ammettere in amministrazione straordinaria per tentare di salvarla e rilanciarla, la situazione oggi è gravissima.

L’azienda AGILE vanta crediti per milioni di euro nei confronti di diversi Ministeri e società a
capitale pubblico, crediti non soggetti al fermo amministrativo disposto dalle Agenzia delle Entrate.

Crediti immediatamente incassabili dall’amministrazione straordinaria. Crediti scaduti da diverso
tempo e fondamentali per dare continuità delle attività ( di quel poco che è rimasto ) e pagare gli
stipendi.

Inoltre nulla si sa delle offerte e dei bandi per la vendita delle due società (Agile ed Eutelia)
FIM FIOM UILM nazionali chiedono al Governo e più specificamente al Ministro Romani, come
aveva garantito, di attivarsi rapidamente affinché:

1. Siano pagati ad Agile i crediti che ammontano ad alcuni milioni di euro

2. Che AGILE sia ammessa al Fondo Anti-Crisi

3. Che si creino le condizioni per stringere sui bandi per la vendita delle due società

(Agile ed Eutelia) che, dagli impegni assunti dal Ministro, dovevano uscire entro
novembre e che dovevano prevedere una forte gestione comune delle due procedure
di amministrazione straordinaria

FIM FIOM UILM

martedì 15 febbraio 2011

La Uil su situazione dei lavoratori Agile

Basilicata,.
Alla presenza dei segretari della Uil Regionale,  e della Uilcom, si è svolta un’Assemblea dei lavoratori Agile presenti sul territorio regionale.
I 26 lavoratori di Agile in questione operano in regione su due commesse di cui una presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo e l’altra presso l’Azienda Sanitaria di Potenza.
“Nel corso dell’Assemblea – si legge nella nota sindacale - i lavoratori hanno denunciato, alle OO.SS., la mancata corresponsione delle ultime tre mensilità unitamente alle gravi difficoltà, dal punto di vista economico e sociale, che la situazione ha determinato.
Le vicende nazionali che hanno visto il blocco amministrativo disposto dall’Agenzie delle Entrate su Eutelia hanno aggravato ulteriormente le difficoltà economiche.
Tuttavia questo non giustifica, assolutamente, il mancato pagamento della 13° mensilità e delle mensilità di dicembre 2010 e gennaio 2011 ai lavoratori.
I notevoli ritardi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico nel dare il via libera alla vendita di alcune commesse (vedi quella della Basilicata) ha reso drammatica la vita di questi lavoratori e delle loro famiglie.
Solo il grande senso di responsabilità di questi lavoratori che (nonostante tutto) hanno continuato a svolgere il loro lavoro con professionalità e competenza,  non ha generato ulteriori difficoltà all’utenza e ai cittadini della nostra regione.
Ma, la situazione di difficoltà che i lavoratori stanno vivendo non è più sopportabile e tutti hanno l’obbligo di rapportarsi verso questi lavoratori con attenzione e rispetto, oltre che con concretezza, sincerità e serietà.
A conclusione della riunione, è stato dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori che, in assenza di immediati e significativi segnali in merito, nei prossimi giorni si vedranno costretti ad attivare azioni di protesta e di lotta più incisive”.

Lettera al Ministero degli interni

lunedì 14 febbraio 2011

La disoccupazione rende giovani

Mai così tanti ragazzi senza lavoro. Ma i quarantenni: "Stiamo peggio noi"


Mai così male dal 2004, cioè da quando l’Istat ha cominciato a raccogliere i dati sulla disoccupazione giovanile. Il 29 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro: un dato ancora in crescita rispetto al mese scorso (+0,1 punti percentuali su dicembre e +2,4 punti rispetto allo stesso periodo del 2009, quando la crisi era più pesante). Ogni mese i dati Istat segnano un nuovo record di disoccupazione tra i giovani, segno che la situazione peggiora, anche se di poco, costantemente. Sono 300 mila i ragazzi che non riescono a trovare un posto di lavoro, anche perché la crisi ha bruciato oltre 400 mila impieghi.

Poi ci sono quelli che giovani, e bamboccioni, lo sono per forza: è la generazione nata all’inizio degli anni Settanta. Sono 40enni che hanno perso il posto e che sono costretti a tornare a vivere “con i nostri ammortizzatori sociali” (cioè i genitori). Lavoratori spesso specializzati, che percepivano uno stipendio di circa duemila euro e che ora non riescono a ricollocarsi “perché le aziende assumono soltanto i 20enni”. Pochi, comunque, come dicono le statistiche.

Francesco Corrente, 42 anni a marzo, è un ex dipendente di Eutelia (poi passato in Agile e poi in Omega). Lui non ha perso il lavoro per colpa della crisi, ma a causa di quella che i magistrati hanno definito una gestione “spregiudicata e arrogante” da parte dei proprietari, una “frode colossale”. Due giorni fa c’è stata a Roma la prima udienza del processo per il crac Agile-Omega, subito rinviata a maggio perché l’avvocato del principale imputato, l’ex manager di Eutelia Isacco Landi che quest’estate è stato sia in carcere che agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, si è dichiarato malato.

Francesco racconta i dieci anni vissuti nell’azienda di telecomunicazioni, con ruoli manageriali (gestiva il call center che assiste i clienti in caso di guasti). Entrato nel gruppo a 30 anni, quando ancora si chiamava Edison Tel, Francesco, siciliano, si è trasferito a Roma grazie a uno stipendio di 2400 euro netti al mese con cui faceva fronte all’affitto e alle spese (in tutto circa 700 euro). Poi Eutelia ha venduto Agile, con duemila persone e i suoi debiti, a Omega (che secondo i magistrati si è intascata le commesse ancora in essere). Tutti ci hanno guadagnato tranne gli impiegati, che, ormai è noto, hanno smesso di ricevere lo stipendio. Racconta Francesco: “In Omega facevo il direttore commerciale. Ho capito in fretta che i nuovi proprietari erano dei farabutti perché hanno smesso quasi subito di pagarci: ho preso la busta paga di luglio ad ottobre [2009, ndr], quella di settembre a gennaio e quella di ottobre a marzo. E poi basta. Non un euro fino a dicembre, quando sono diventato un cassintegrato da 900 euro al mese”. Soldi che non erano sufficienti per restare nella Capitale. Francesco un anno fa è tornato a Catania, la città in cui è nato e si è laureato in ingegneria elettronica: “Sto a casa di mia madre Rosetta e viviamo grazie alla sua pensione, prende 1.400 euro. Cosa faccio adesso? Il cassintegrato, che altro?”.

La maggioranza dei “giovani” di Eutelia oggi ha superato i 40 e si trova nella stessa situazione: “Perché volete parlare dei ventenni? Noi stiamo peggio. Provate voi a trovare un altro lavoro alla nostra età”. Francesco ci ha provato: “Ho mandato il mio curriculum a tutte le aziende che c’entrano col mio mestiere, ho detto che ero disposto a guadagnare di meno, a svolgere mansioni di qualunque tipo. Non mi hanno mai risposto, non considerano quelli come me. Siamo fuori mercato e non è giusto, perché io sono bravo e so fare il mio lavoro”. Ci tiene a chiarire: “Di solito è peggio, tra gli sfigati io sono uno dei più fortunati perché sono single e senza figli. Ma tanti miei colleghi devono mantenere una famiglia con 900 euro. Grazie alla pensione di mia madre io sono tornato a studiare, cerco di specializzarmi nelle energie rinnovabili”.

Oggi in Agile lavorano 400 persone su 1400. 950 di queste sono in cassa, gli altri (una cinquantina) hanno trovato un altro impiego. Il resto di Omega, che conta quasi 10 mila persone, è per la maggioranza in cassintegrazione. Quello che pensano lo mettono anche su Facebook: “Spero che le famiglie Landi e Liori finiscano in galera e che si butti via la chiave. Ma anche se così fosse, chi ce la ridà la dignità, a noi che abbiamo 40 anni e dobbiamo vivere come se ne avessimo la metà?”.

Dal Fatto Quotidiano del 02 febbraio 2011



martedì 8 febbraio 2011

Tiscali in pole position per la fibra di Eutelia


I principali candidati per l'operazione sono Tiscali, attualmente in pole position, Infracom e la cordata "Piero della Francesca", guidata da Mark De Simone.

La rete in fibra ottica di Eutelia, azienda aretina da tempo nell'occhio del ciclone, potrebbe presto passare sotto il controllo di un altro operatore. Come confermato in questo articolo, i principali candidati per l'operazione sono Tiscali, Infracom e la cordata "Piero della Francesca", guidata da Mark De Simone, ex top manager di Cisco Systems. Secondo quanto trapelato nelle scorse ore, in "pole position" potrebbe ormai essere la società di Renato Soru (nella foto) che, se dovesse riuscire a portare a segno l'intesa, si assicurerà la proprietà di una rete in fibra lunga quasi 13.000 chilometri.

Sempre stando alle indiscrezioni che stanno circolando, nomi quali Fastweb, France Telecom e Deutsche Telekom potrebbero aver già compiuto un passo indietro.

Nel corso di questa settimana dovrebbe essere pubblicato il bando di gara che di fatto darà il via alle offerte da parte dei vari potenziali acquirenti.
Lunedì scorso è iniziato, presso il Tribunale di Roma, IV sezione penale, il processo a carico di due ex manager di Eutelia. Contestato il reato di bancarotta fraudolenta con il crac di Eutelia e la cessione del ramo IT ad Agile-Omega. La vertenza, che continuerà - secondo quanto stabilito - il prossimo 23 maggio, ha visto costituirsi come parte civile circa 800 lavoratori dell'azienda.

martedì 1 febbraio 2011

Eutelia: aperto processo a Roma per fallimento azienda

Presidio davanti al tribunale dei lavoratori dell'azienda


ROMA - Si è aperto oggi (31 gennaio), presso il Tribunale di Roma, il processo per il fallimento della ex società Eutelia che gestiva in tutta Italia numerosi call center.


Il processo, affidato alla quarta sezione penale del Tribunale, vedrà davanti ai giudici: Samuele e Isacco Landi, imputati di bancarotta fraudolenta. Nei loro riguardi hanno chiesto di potersi costituire parte civile 800 ex dipendenti della società che, in seguito al dissesto, hanno perso il posto di lavoro. Inoltre, questa mattina, in occasione della prima udienza, un gruppo di ex lavoratori hanno organizzato un presidio davanti al Tribunale.
Ora i giudici dovranno esaminare l'intera vicenda che aveva creato un buco di oltre 11 milioni di euro con creazioni di diverse società per distrarre il capitale ai creditori. Tra le società che erano state istituite la Agile e il gruppo Omega. La prossima udienza è stata fissata per il 23 maggio