mercoledì 30 marzo 2011

Eutelia: ex a.d. Landi a giudizio

5 a processo, 1 prosciolto e 1 patteggiamento davanti Gup Arezzo


ANSA) - AREZZO, 29 MAR - Samuele Landi, ex-amministratore delegato dell'azienda di telecomunicazioni, Eutelia, e' stato rinviato a giudizio dal gup di Arezzo, Annamaria Loprete, per bancarotta fraudolenta. Altri quattro imputati sono stati rinviati a giudizio per false fatturazioni. Si tratta di ex dirigenti ed ex amministratori di societa' del gruppo.

Prosciolto un sesto dirigente per avvenuta prescrizione mentre un settimo indagato ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi per false fatturazioni.



martedì 29 marzo 2011

Agile-Eutelia. Forse ignoranti, non ignorati

Siete in amministrazione straordinaria? Fallimento? La vostra azienda non vi paga da mesi? Non versa i contributi? Il datore di lavoro vi ha denunciato perché presidiavate la vostra sede? Rivolgetevi ai lavoratori Agile, sono preparatissimi! Ma avrebbero preferito non prenderla questa laurea honoris causa in fallimento.


Nella vicenda Agile ex Eutelia si è raggiunto il record di iniziative legali per cercare di contrastare la mala imprenditoria. Sembra che i lavoratori debbano solo sperare nei tribunali per avere un po’ di giustizia, ma anche su questo versante aleggia qualche preoccupazione dopo la condanna contro i lavoratori Agile che presidiavano la sede, comminata dal GIP del Tribunale di Roma Roberta Palmisano.

Grande lavoro per gli avvocati della FIOM ai quali la stragrande maggioranza dei lavoratori ha affidato la propria tutela, le principali iniziative riguardano l’insinuazione al passivo di Agile per recuperare stipendi non pagati, Tfr ed altri debiti (si tratta di recuperare decine di migliaia di euro!); la costituzione di parte civile di un migliaio di lavoratori nel processo penale al Tribunale di Roma contro Landi, Massa, Liori per bancarotta fraudolenta; il processo al Tribunale del Lavoro contro la cessione di Agile a seguito della denuncia del sindacato per violazione dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori che si sperava di poter chiudere favorevolmente per i lavoratori, ma il cui esito è ancora incerto; le opposizioni dei singoli lavoratori alla cessione. Ed infine, è storia di questi giorni, gli avvocati difensori dei lavoratori devono preparare il ricorso contro l’accusa di “invasione arbitraria con finalità di occupazione” inflitta ai lavoratori che presidiavano la sede di Roma.

E accanto a questi procedimenti, vi è il processo dei processi. Imputati: Ministro dello Sviluppo Economico, Ministro delle Finanze. Accusa: indifferenza arbitraria con finalità di fallimento. PM: 1.500 lavoratori. Difesa: indifendibili. Il primo imputato, signor ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, quando non era ancora ministro, fece il pinocchio con i lavoratori Agile in presidio davanti a Montecitorio dicendo “se fossi io il ministro…c’è l’avrei la soluzione per voi!”. Divenuto ministro, la soluzione se l’è scordata e si nega con il sindacato arrivato alla quarta richiesta formale di incontro. Il 7 marzo, dopo mesi dalla loro presentazione, finalmente approva i programmi di cessione di Agile ed Eutelia e dice che ora si potranno pubblicare i bandi di vendita “con l’obiettivo di favorire ogni possibile sinergia nella ricollocazione dei lavoratori e degli asset industriali delle due aziende”. Aggiunge inoltre “Il Ministero solleciterà i commissari a pubblicare contestualmente gli avvisi di vendita, al fine di consentire, oltre alla massima partecipazione da parte degli operatori interessati, la formulazione di proposte di acquisto per il complesso delle attività”. Ecco che gli è venuta di nuovo la pinocchite. Difatti il 24 marzo esce il bando di vendita di Eutelia, ma non quello di Agile! L’uscita contestuale dei due bandi gara, con agevolazioni per chi acquista mantenendo il maggior numero di lavoratori delle due aziende, era di vitale importanza per Agile! Ormai spolpata fino all’osso non ha nessuna speranza di trovare un compratore senza gli asset che Eutelia si è ben tenuta per sé.

Il secondo imputato, signor ministro delle finanze, Giulio Tremonti, invece è l’artefice di quello che i lavoratori Agile chiamano il “fallimento di Stato”. In breve la storia è questa: Eutelia ha tenuto per sé diverse e redditizie commesse pubbliche dove lavora però personale Agile. I ricavi di quelle commesse devono perciò essere girati ad Agile. Ma poiché Eutelia è morosa verso l’Agenzia delle Entrate (evasione Iva ed altro), questa ha imposto il “blocco amministrativo” di Eutelia intimando gli Enti pubblici a non pagare Eutelia, perché questi soldi servono a saldare i debiti della stessa verso l’erario. E intanto Agile non ha più soldi per pagare gli stipendi a chi ancora lavora (in questi giorni pagano frammenti dello stipendio di dicembre). Si è chiesto quindi l’intervento del ministro Tremonti per sbloccare almeno i soldi dovuti ad Agile. Ma la partita Lavoratori contro Agenzia delle Entrate non era a forze pari, cosa vuoi che contino 1500 lavoratori, e così finita 3 a 24 (su 27 milioni che Eutelia deve ad Agile ne sbloccano solo 3). E’ come dare una goccia d’acqua ad una persona che non beve da un mese e deve attraversare un deserto.

E in questo processo extragiudiziario vi sono anche imputati minori, come il Ministero dell’Interno, l’INAIL, la Rai, ed altri. Verso questi soggetti Agile ha milioni di crediti esigibili, ma si sa, la pubblica amministrazione paga con i suoi tempi, mica alla scadenza.

Non c’è futuro per Agile, ma quello che brucia di più, o meglio il sale sulla ferita, lo mette l’indifferenza. I lavoratori e le lavoratrici Agile nei giorni scorsi hanno fatto partire un corteo telematico chiedendo di inviare al ministro Romani e ai commissari Agile ed Eutelia un appello per tenere unite Eutelia ed Agile. L’adesione è stata alta, in tantissimi hanno aderito all’appello e circa 2000 mail sono arrivate al ministro e ai commissari. Pensate che i lavoratori abbiano ricevuto un minimo riscontro da questi signori (tutti al servizio della collettività)? Niente! Un bel niente che i lavoratori e le lavoratrici Agile, purtroppo conoscono bene.
di Cadigia Perini

(29 marzo 2011)

Eutelia: Pm Roma Rossi, amarezza e disappunto per condanna lavoratori

"La notizia mi ha provocato due reazioni: amarezza e dissenso sul piano giuridico. I lavoratori non sono estranei rispetto all'azienda nella quale lavorano giacche' possono fare assemblee e utilizzare i locali per fare sindacato e quindi il fatto che in un momento di gravissima crisi aziendale stiano all'interno della fabbrica in una sorta di assemblea permanente dovrebbe escludere di considerarli come invasori della fabbrica stessa". Dopo la notizia della condanna a tre mesi di carcere decisa dal Tribunale di Roma di 12 dipendenti di Eutelia che nel 2009 organizzarono un presidio in azienda come forma di protesta per il mancato percepimento dello stipendio, il Procuratore aggiunto di Roma e capo del pool per i reati economici della capitale, Nello Rossi, decide di prendere posizione. "In questi anni - afferma Rossi, che e' titolare, insieme al Pm Giuseppe Cascini, dell'inchiesta che ha portato al processo per il crac Agile-Omega che vede imputati per bancarotta fraudolenta Samuele Landi, gia' a.d. di Eutelia e presidente del cda di Agile, e il fratello, Isacco Landi - come coordinatore del gruppo criminalita' economica ho visto di tutto. 'Falsi' imprenditori che ottengono indebiti vantaggi rispetto alla concorrenza ed enormi profitti non pagando per anni neppure una lira di imposte e imprenditori imputati di bancarotta applauditi mentre dialogano in tv con la fidanzata da platee televisive del tutto ignare del fatto che sono, tra l'altro, accusati di non aver pagato i contributi previdenziali ai loro dipendenti. La reazione dei miei colleghi e mia e' sempre stata 'zitti e pedalare' lavorando per accertare responsabilita' e fare processi seri e necessari. Ma in questo caso, di fronte a un procedimento che non appartiene al nostro gruppo, mi sento di ritornare cittadino ed esprimo il mio disappunto". Per Rossi "una spiegazione possibile dell'accaduto sta forse nel fatto che il procedimento per decreto di cui parliamo e' stato fatto tutto sulle carte senza nessun contraddittorio davanti al giudice e in effetti il giudizio con un dibattimento e contraddittorio comincera' quando i lavoratori proporranno, come annunciato, opposizione al decreto penale di condanna emesso nei loro confronti. Come magistrato ho piena fiducia proprio in questo, nel contraddittorio e nel giudizio. Di fronte a vicende cosi' sensibili socialmente ritengo, e non credo di essere il solo a pensarlo, che non ci debba essere spazio per una aprioristica difesa corporativa ma dobbiamo guardare con franchezza al nostro operato sapendo fare, all'occorrenza, critica e autocritica".

venerdì 25 marzo 2011

EUTELIA-AGILE: PD, UNITE PER RILANCIO INDUSTRIALE

Roma, 24 mar - “Esprimiamo rammarico per il ritardo, più di un anno, con cui il governo ha risposto a interrogazioni su una crisi aziendale così grave.” Così i deputati del Pd, Ludovico Vico e Vinicio Peluffo, replicano al Governo in merito alla risposta sulla vicenda Eutelia-Agile.

“Siamo insoddisfatti – proseguono Vico e Peluffo - perchè non basta il richiamo al tavolo istituito presso il ministero dello Sviluppo economico, la nostra sollecitazione era rivolta ad un maggiore protagonismo del tavolo stesso, a partire dalla questione centrale. Il governo per Eutelia e Agile parla, infatti, di percorsi ‘distinti seppur paralleli’, mentre noi siamo convinti che lo sforzo da fare in questo momento sia di ricondurre ad unità le due vicende che sono indissolubilmente intrecciate per la complicata storia aziendale, così come certificate nelle aule dei tribunali; sono indissolubilmente intrecciate per dare futuro all'azienda, rappresentano infatti due settori (infornation technology e telecomunicazioni) che solo unite possono dare un rilancio industriale".
“Per questo chiediamo al ministero dello Sviluppo economico di prendere in considerazione la proposta avanzata dalla Conferenza nazionale dei lavoratori Agile di rientrare in Eutelia. Chiediamo di intervenire, inoltre per tutelare le commesse ancora in corso tra Eutelia-Agile e la pubblica amministrazione. Chiediamo,infine, alla commissione Attività produttive – concludono i deputati Pd - di accogliere la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori di un'audizione parlamentare che consenta una discussione più complessiva sul futuro dell'azienda”.

La beffa di Eutelia, condannati i lavoratori
Tre mesi di carcere o 7600 euro di multa per i dipendenti che hanno occupato la sede. Samuele Landi, fondatore dell'azienda e ora latitante a Dubai, aveva denunciato i suoi ex impiegati

Condannati. Solo che gli ultimi a sporcarsi la fedina penale non sono i manager che hanno spolpato Eutelia, lasciato senza lavoro migliaia di persone e che si sono intascati milioni di euro di commesse. Ma i dipendenti che, nei mesi in cui venivano ignorati dai loro datori di lavoro (distratti da quella che i magistrati romani hanno definito una frode “colossale”), hanno protestato occupando la sede romana dell’azienda. A dodici di loro è stata appena notificata la sentenza del Tribunale penale di Roma: tre mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria di 7.600 euro a testa. Cioè quanto ognuno di loro prende di cassa integrazione in un anno. Il delitto? Aver “invaso arbitrariamente, al fine di occuparlo, l’immobile di proprietà della società Eutelia”. E visto che erano in gruppo, scatta automaticamente anche il concorso di persone.


La giornata incriminata è stata al centro delle cronache nazionali per ben altri motivi: in molti ricorderanno l’irruzione con piede di porco del fondatore della società, Samuele Landi, all’alba del 10 novembre 2009 nell’edificio di via Bona. Con lui diciassette vigilantes, arruolati per sgomberare il presidio dei lavoratori. Questi ultimi sono stati condannati per “sostituzione di persona”, ma dovranno pagare una somma inferiore di 100 euro a quella dei dipendenti ex Eutelia: 7.500 euro a testa. Il giudice per le indagini preliminari Roberta Palmisano ha dunque accolto le richieste del pm, Fabio Santoni, emettendo un decreto penale secondo cui spacciarsi per poliziotti, svegliare i lavoratori con torce puntate in faccia e chiedere loro i documenti senza alcuna autorità sia meno grave che presidiare un’azienda mentre viene distrutta dai suoi proprietari.
A denunciare i 12 lavoratori di Agile, la società venduta per un euro da Eutelia a Omega, è stato proprio Samuele Landi, ancora latitante a Dubai. Che poi è l’unico della famiglia a non aver pagato per la bancarotta fraudolenta (il fratello Isacco è finito in manette). Dagli Emirati Arabi deve aver avuto tempo, tra un lancio e l’altro col paracadute, sua grande passione, di seguire l’esito della vicenda. Ma i 12 lavoratori non sapevano neppure di essere sotto inchiesta, l’hanno scoperto solo l’altroieri a condanna notificata (procedura prevista per alcuni reati lievi, tipo la guida in stato di ebbrezza).

Fabrizio Potetti della Fiom, che da oltre due anni segue le vicende di Eutelia, sta già lavorando con gli avvocati del sindacato per opporsi (hanno tempo 15 giorni). E spiega al Fatto che “la cosa grave è che i ragazzi in presidio non hanno mai impedito a nessuno di continuare a lavorare, tanto che, quando i poliziotti veri sono arrivati dopo l’irruzione di Landi, non hanno ordinato a nessuno di sgomberare”.
Intanto i 12 lavoratori vivono un paradosso: dopo mesi senza stipendio e 890 euro al mese di cassa integrazione, se questa condanna venisse confermata andrebbero definitivamente in rovina. “Io preferirei andare in galera tre mesi piuttosto che finire per strada – dice Luigi Civita, uno di loro – non ho mai avuto così tanta paura in vita mia. Sono più angosciato di quando ho perso il posto: perché sono uno che rispetta le regole, che non ha mai fatto nulla di male. Siamo stati noi a essere derubati. Truffati dall’azienda, ingannati dalle istituzioni e, adesso, traditi anche dalla legge”.

Da Il Fatto Quotidiano del 24 marzo 2011

giovedì 24 marzo 2011

Agile/Eutelia. Potetti (Fiom): “Ricorreremo in appello contro la condanna pronunciata dal Tribunale di Roma nei confronti dei lavoratori che avevano presidiato l’Azienda”

Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Agile/Eutelia ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.

Roma, 23 marzo 2011


“I lavoratori di Agile/Eutelia hanno subìto un’ennesima ingiustizia. Il Tribunale di Roma ne ha condannati alcuni per il presidio dell’Azienda da loro effettuato durante la fase più dura della lotta aziendale e dopo diversi mesi passati senza ricevere lo stipendio.”


“Il procedimento era stato aperto su querela di parte attivata dalla proprietà dell'Azienda; querela effettuata lo stesso giorno in cui l'ex Amministratore delegato, Samuele Landi, tentò lo sgombero della sede di via Bona, a Roma, utilizzando uomini di una società di sicurezza che si spacciarono, insieme allo stesso Landi, per appartenenti alle Forze dell'ordine.”

“Riteniamo totalmente ingiustificata tale decisione che non tiene conto, in nessun modo, della gravità della situazione allora attraversata dai lavoratori. Per fermare lo scellerato piano della proprietà, i lavoratori si videro costretti a presidiare l'Azienda, non solo per protestare contro il mancato pagamento dei loro stipendi per diversi mesi consecutivi, ma soprattutto per bloccare la sistematica distruzione dell’Azienda stessa intrapresa dai soggetti a cui era stata ceduta la Società; un fatto, questo, asseverato prima dai custodi giudiziari e poi dalle sentenze di condanna emesse al termine del processo per bancarotta fraudolenta.”

“Oltretutto, come testimoniato dalle Forze dell'ordine intervenute subito dopo l'attivazione del presidio da parte dei lavoratori, tutte le attività lavorative e di servizio ai clienti sia di Agile che di Eutelia sono state effettuate con continuità proprio grazie all'impegno dei lavoratori che, pur nello stato di disperazione nella quale si trovavano, hanno sempre salvaguardato, a differenza di altri, le attività ed i beni aziendali.”

“Contro questa decisione ricorreremo in appello, certi dell’innocenza e dell’assoluta correttezza delle azioni compiute dai lavoratori stessi.”

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

giovedì 10 marzo 2011

Eutelia: Passo indietro di Tiscali Spunta società quotata in borsa

Cala l'interesse di Soru che pensava all'ipotesi di acquisto. Ipotesi di intesa fra De Simone e il terzo candidato


Arezzo, 9 marzo 2011 - Unite da un identico destino, ma a cui arriveranno attraverso strade diverse, Agile ed Eutelia. Ha mosso i primi passi, destinati a concludersi con un contratto di cessione, la vertenza Eutelia. E’ questo il senso dell’annuncio diramato dal ministero dello sviluppo economico, che dopo aver sentito i pareri dei comitati di sorveglianza, ha acceso il semaforo verde per dare avvio ai programmi di vendita di Agile e di Eutelia, le due aziende sorelle poste in amministrazione straordinaria dal tribunale lo scorso luglio.

Ora, la palla passa nelle mani dei commissari, impegnati a pubblicare i bandi per la manifestazione di interesse e successivamente per l’assegnazione del ramo delle telecomunicazioni (Tlc) e informatico (It). Un decollo simultaneo delle procedure per le due società, non dispiacerà, di certo, alle componenti sindacali, in particolare alla Cgil aretina e alla Fiom, che negli ultimi mesi si sono trovate su fronti contrapposti, interessata la prima a garantire il rilancio di Eutelia e del territorio, la seconda decisa ad riunificare il settore Tlc e It in un’unica società.

Acqua passata. La pubblicazione dei due bandi in simultanea, di fatto, annulla ogni possibile contrapposizione e soddisfa le esigenze di entrambe le rappresentanze sindacali. Ora, tutto l’interesse si concentra sulla competizione fra i possibili acquirenti di Eutelia, la cui presenza, a quanto pare, si è abbondantemente sfoltita nelle ultime settimane.

Un deciso dietrofront, quello di Tiscali: il gruppo di proprietà dell’ex presidente della Sardegna Soru ha preso atto della situazione del gruppo aretino, ma avrebbe volentieri ripiegato su un affitto d’azienda piuttosto che investire ingenti risorse sull’acquisto. Hanno varcato la porta degli uffici dei commissari anche rappresentanti di un piccolo, ma importante gruppo piemontese, costretto a fare subito una ritirata strategica dopo aver preso atto delle dimensioni milionarie dell’affare. Al momento, sul tavolo resta la proposta della cordata 'Piero della Francesca' e 'Cloud Italia', una formazione ben assortita, calcisticamente parlando, che vede schierati al fianco di Piergiorgio Rossi e Mark De Simone anche Paolo Bottura, che ha riunito ampi interessi e risorse, quelle di Unicredit, Italtel (Finmeccanica), la finanziaria Ambroimmobiliare, Itway e Cordy, ma anche l’advisor Booz&Co, una società di consulenza strategica che ha messo a punto un dettagliato piano industriale.

La cordata garantisce il rilancio di Eutelia, il mantenimento dell’occupazione, il mantenimento della sede ad Arezzo e un alto grado di specializzazione, una soluzione questa che non dispiacerebbe, a quanto pare, neppure alle organizzazioni sindacali.Il costo stimato dell’operazione sarebbe stimato attorno a 80 milioni di euro, considerato che il fatturato mensile di via Calamandrei si colloca attorno a 7/8 milioni e che i 13 mila chilometri di rete non sono tutti di proprietà dell’azienda aretina, ma una parte è condivisa con altri operatori.

Le risorse necessarie per fare shopping nella sede di Eutelia sono importanti, niente di impossibioe però: la cordata 'Piero della Francesca' ha assicurato a più riprese di avere la disponibilità di oltre 100 milioni di euro, necessari per pagare in contanti la vendita e mettere mano ai primi investimenti necessari. Occhi puntati anche su Agile da parte di un gruppo quotato in Borsa, che opera in un settore collaterale di attività; il nome che trapela è costellato di tanti se e tanti ma e nessuno lo vuol ufficializzare. Si sussurra che la prima mossa sia stata fatta dalla società Almaviva, ma solo nei prossimi giorni sarà possibile misurare il grado di interesse manifestato. La prossima settimana, assicurano i beni informati, sarà decisiva per far venire alla luce i bandi e allora sì, la competizione si farà seria.

mercoledì 9 marzo 2011

Eutelia: via al bando di vendita: Spunta un altro nome

Arezzo, 8 marzo 2011 - Ora l’affare Eutelia può partire davvero. Dopo settimane di attesa, dopo che appena venerdì i dipendenti del gruppo telefonico di via Calamandrei in amministrazione controllata avevano manifestato contro i ritardi, il ministero dello sviluppo economico ha varato ieri il programma di cessione sia per Eutelia che per Agile, l’ex ramo It dell’azienda aretina che era stata poi venduta a una cordata guidata dai fratelli Liori ed era infine rientrata anch’essa, dopo il crack, nei confini della Legge Prodi. Ora tocca ai commissari delle due società, che poi sono almeno parzialmente gli stessi. Possono finalmente predisporre i bandi di venditi reclamati a più riprese. Come a dire che la gara per l’acquisizione del gruppo è ai nastri di partenza.
E lì ci sono da mesi almeno due candidati a comprare. Da un lato la cordata aretina di Mark De Simone (ex dirigente della multinazionale Cisco) e Piergiorgio Rossi, nota col nome di «Piero della Francesca», e uno dei grandi nomi del settore, Tiscali dell’ex governatore sardo Renato Soru. Ma non è detto che adesso la competizione resti limitata soltanto a loro. Negli ambienti sindacali, infatti, si parla insistentemente di un terzo incomodo, che sarebbe intenzionato a proporsi per l’acquisto di entrambe le società.
Una sigla, si dice, di assoluto rilievo nazionale, anche se è impossibile saperne di più. Non a caso, si fa notare negli stessi ambienti, il governo vara in contemporanea il programma di cessione sia per Eutelia che per Agile. Inutile dire che se l’offerta ci fosse e fosse credibile, toglierebbe un bell’imbarazzo ai sindacati, divisi fra la Rsu aretina che di un legame fra le due società non vuole neppure sentir parlare e la Fiom nazionale che invece reclama il mantenimento del rapporto fra Eutelia e Agile.
Quanto a De Simone e Piergiorgio Rossi, la loro cordata ha stretto nelle ultime settimane rapporti con Unicredit, Italtel e anche Finmeccanica, che parteciperebbe per tramite della controllata 'Seikos'. E’ l’offerta che gode della simpatia dei dipendenti di via Calamandrei, convinti che un acquisto da parte di Tiscali si trasformerebbe invece in una secca perdita di autonomia, con la riduzione di Eutelia a una remota provincia dell’impero Soru.

A Tiscali, si dice, interessa solo la rete cavi, il rischio è che acquisita quella si proceda con i tagli. Nonostante il gruppo sardo abbia promesso che non ci saranno licenziamenti, solo ricorso alla cassa integrazione. La cordata 'Piero della Francesca', invece, è pronta a dare garanzie sul fatto che il ponte di comando del gruppo resterà ad Arezzo.



Agile/Eutelia, Idv: servono garanzie per i lavoratori

“La pubblicazione degli avvisi di vendita per le società Agile e Eutelia è un primo elemento positivo per velocizzare il processo di cessione verso soggetti imprenditoriali che possano garantire risultati occupazionali ai lavoratori”. Lo afferma il responsabile welfare e lavoro dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. “Sarebbe stato opportuno però che in entrambi i percorsi di cessione vi fosse un vincolo per cedere insieme le due aziende, visto che information technology e telecomunicazioni viaggiano insieme nei progetti più avanzati”. “Per questo – conclude Zipponi – l’Italia dei Valori chiede che le due imprese si uniscano in un unico soggetto industriale con un piano di rilancio globale. È necessario offrire garanzie a tutti i lavoratori di Agile e Eutelia”.

martedì 8 marzo 2011

Partono vendite di Agile ed Eutelia

COMUNICATO STAMPA


EUTELIA: APPROVATI PROGRAMMI CESSIONE, AL VIA VENDITA

Roma 7 marzo 2011 – Il Ministero dello Sviluppo economico, in seguito ai pareri dei Comitati di Sorveglianza, ha approvato i programmi di cessione di Agile e Eutelia, aziende in amministrazione straordinaria rispettivamente dal 15 e 16 luglio 2010.

Con tale approvazione si potrà dare rapido corso alle rispettive procedure di vendita, con l’obiettivo di favorire ogni possibile sinergia nella ricollocazione dei lavoratori e degli asset industriali delle due aziende che operano nel settore delle telecomunicazioni (TLC) e dell’information technology (IT).

Il Ministero solleciterà i commissari a pubblicare contestualmente gli avvisi di vendita, al fine di consentire, oltre alla massima partecipazione da parte degli operatori interessati, la formulazione di proposte di acquisto per il complesso delle attività.

mercoledì 2 marzo 2011

Il valore esemplare di questa lotta lunga ed estenuante

di Roberta Fantozzi (LIBERAZIONE)


Tutte le lotte per la difesa del lavoro e dei diritti del lavoro richiedono un impegno assoluto. Alcune, per il significato che hanno, assumono una valenza straordinaria. La vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile-Ex Eutelia è per più aspetti una di queste, con un valore generale che va molto oltre il dato puramente quantitativo, pure importantissimo, dei lavoratori coinvolti. E lo è per una serie di motivi.

Il primo riguarda il carattere tanto estenuante quanto esemplare di quella lunghissima lotta. Lavoratrici e lavoratori poco sindacalizzati che si sono dovuti cimentare in maniera durissima, occupando e contemporaneamente lavorando per mantenere i clienti, tirando avanti senza stipendio per mesi e inventandosi ogni giorno qualcosa di nuovo per mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica. Una lotta in cui la difesa del proprio posto di lavoro si è intrecciata fin dall'inizio con l'indignazione per i disegni delinquenziali della proprietà e con il rifiuto di disperdere un patrimonio di risorse utili per la collettività. E' la consapevolezza del valore del proprio lavoro e del proprio sapere, la base della lunghissima resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile. Apparsa tanto più evidente nella Conferenza Nazionale che la Fiom ha messo in campo pochi giorni fa. In quella sede le lavoratrici e i lavoratori hanno presentato un piano industriale vero e proprio, costruito con le loro competenze e intelligenze, con il loro sapere. Portatori non solo della rivendicazione del diritto al lavoro, ma della capacità di mettere insieme quella rivendicazione ad un piano di sviluppo generale, "socialmente utile". L'integrazione tra attività informatica e telecomunicazioni, rappresenta effettivamente un possibile salto di qualità generale per un paese che non voglia rassegnarsi ad una marginalizzazione crescente nella divisione internazionale del lavoro. E' innovazione, produzione e lavoro qualificato, in grado di agire sia in relazione alla pubblica amministrazione che al tessuto produttivo del paese.

Il secondo motivo riguarda per l'appunto le politiche industriali. L'assenza pluriennale di qualsiasi disegno sul terreno delle politiche industriali, si tratti della ricerca e produzione nel campo delle energie rinnovabili o dello sviluppo della banda larga, su cui le poste stanziate sono calate ogni anno fino alle attuali cifre ridicole, non è altra cosa dalla spoliazione di ogni diritto a cui si vorrebbe costringere il mondo del lavoro. Bassi salari e aggressione ai diritti sono il modo in cui si vorrebbe garantire la competizione di un apparato industriale incapace di innovazione di qualità e prodotti. Le voci consistenti che attribuiscono il disimpegno sulla banda larga da parte del governo agli interessi di Mediaset, all'intreccio tra politica ed affari incarnato dall'attuale governo, ricordano quello che è già avvenuto nella storia di questo paese. Negli anni '80 e '90 quando a colpi di privatizzazione e di "esternalizzazioni", dentro la retorica del primato del mercato e del "piccolo è bello", si sono costruite le condizioni del secco impoverimento del tessuto produttivo di questo paese. Quando attorno a quelle scelte si è costruito il blocco di consenso del craxismo, di cui l'attuale governo è l'evidente erede. Continuare a sostenere la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile significa rifiutare di sacrificare ancora una volta una possibilità reale e concreta di sviluppo qualificato, agli interessi regressivi di pochi.

C'è un terzo motivo per rifiutare di arrendersi. Tutta la vicenda Agile ha mostrato fino a che punto possa arrivare un capitalismo predatorio che poggiando su una legislazione modificatasi negli anni per liberare l'impresa da "lacci e laccioli", dalla depenalizzazione del falso in bilancio al regime della cessione di ramo d'azienda, riesca a mettere in campo una «colossale operazione dolosa» per citare la Guardia di Finanza, «fatti criminosi gravi ed allarmanti per la collettività» secondo l'ordinanza del giudice. Come si ricorderà infatti dopo essersi impossessata di due grandi società di information tecnology, tra cui la Getronics ex-Olivetti, la proprietà è riuscita a spoliarla in maniera fraudolenta di milioni e milioni di euro, tra cui il tfr dei lavoratori, di commesse per centinaia di milioni, di proprietà immobiliari di grandissimo valore. Compiuto il saccheggio, ha tenuto dentro Eutelia le commesse più remunerative e il vero patrimonio costituito dai 13.000 chilometri di rete di fibra ottica e scaricato 2000 lavoratori dentro Agile poi ceduta ad Omega, per disfarsene, scaricando i costi sui lavoratori e la collettività. Se i vertici aziendali sono finiti in manette, se la magistratura ha riconosciuto il carattere fraudolento della cessione di ramo d'azienda, se i lavoratori hanno ottenuto l'amministrazione straordinaria sia di Agile che di Eutelia, la soddisfazione morale non basta. Se non verrà riportata Agile dentro Eutelia, se la risposta non sarà un progetto industriale che tenga insieme qualità, innovazione, occupazione, come quello presentato dai lavoratori qualche giorno fa, avrà vinto quell'intreccio criminoso tra illegalità, finanza deviata, poteri occulti.

Qualcuno incamererà la rete di fibra ottica e vincerà la sua partita. Perderanno i lavoratori, la giustizia, il futuro del paese. Per questo la lotta di Agile ex Eutelia non è finita e continua a chiedere tutto il nostro impegno