martedì 1 novembre 2016

Pensioni, Damiano: Pronti ad emendamenti sull'ottava salvaguardia

Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera avverte che la formulazione dell'ottava salvaguardia potrebbe tagliare fuori i lavoratori di Alitalia e Eutelia che hanno cessato il rapporto di lavoro dopo il 31 dicembre 2012.


“Sta circolando il testo della legge di Bilancio ‘bollinato’ dalla Ragioneria dello Stato, che è stato inviato al Quirinale. Ci risulta che, nella parte dedicata alla ottava salvaguardia degli esodati, ci sia quello che noi riteniamo un grave errore: un cambio di data che riguarda il termine per l’ingresso nella mobilità. Nella settima salvaguardia avevamo conquistato il 31 dicembre del 2014 che, inspiegabilmente, è stato retrocesso al 31 dicembre del 2012”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
Per quanto riguarda i lavoratori nel profilo mobilità, infatti, la bozza presentata dal Governo include, tra gli altri, i lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale edile ai sensi degli articoli 4, 11 e 24 della legge 223/1991, o ai sensi dell'articolo 3 del Dl 299/1994, a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, ovvero da aziende cessate o interessate dall'attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l'amministrazione straordinaria o l'amministrazione straordinaria speciale, previa esibizione della documentazione attestante la data di avvio della procedura concorsuale, anche in mancanza dei predetti accordi. Tali soggetti possono mantenere le regole di pensionamento previgenti alla Legge Fornero a condizione che il rapporto di lavoro risulti cessato entro il 31 dicembre 2012 e che maturino il diritto alla pensione, sempre con le regole antecedenti la normativa Fornero, entro 36 mesi dal termine dei predetti ammortizzatori sociali (indennità di mobilità ordinaria o Trattamento Speciale Edile) (qui ulteriori dettagli).
“Questo anticipo di ben 2 anni – prosegue – vanifica il miglioramento normativo per l’ottava salvaguardia che è stato introdotto nella stessa legge di Bilancio e che sposta avanti di 36 mesi il termine per l’inclusione nella mobilità: con una mano si dà e con l’altra si prende. È semplicemente assurdo perché vengono escluse, tra le altre, aziende come Alitalia ed ex Eutelia. Su questo punto presenteremo un emendamento”. 
“Un secondo aspetto problematico – spiega Damiano – riguarda Opzione Donna. Che fine ha fatto il rapporto che doveva essere consegnato dal Governo entro fine settembre? Risulterebbe che i risparmi sarebbero consistenti, rispetto ai 2,5 miliardi di euro stanziati per coprire altre 36.000 domande (secondo i calcoli un po’ “abbondanti” fatti dall’INPS). Sarebbe grave se il ritardo derivasse da una interpretazione restrittiva della legge, secondo la quale i risparmi non potrebbero essere riutilizzati e il contatore sarebbe una pura invenzione. Facciamo presente che il testo della norma, dopo un lungo confronto, è stato redatto dal Governo e dalla Ragioneria sulla base di una intenzione precisa e condivisa: prolungare, con i risparmi, la sperimentazione di Opzione Donna. Se questa scelta venisse negata ci troveremmo di fronte a un vero e proprio inganno. Per evitare ulteriori equivoci pensiamo che Opzione Donna vada inserita nella legge di Bilancio. Aspettiamo risposte”, conclude.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

QUALCUNO ENTRA IN APE SOCIALE ANCHE SE MINORE DI 60 ANNI E CON 30 ANNI DI CONTRIBUTI E DISOCCUPATO?

Anonimo ha detto...

Da quello che ho letto bisogna vere almeno 63 anni di età nel 2017, per il resto, 30 anni di contributi e disoccupato sono fattori rientranti nella legge