lunedì 14 dicembre 2015

Da Eutelia agli ex manager, i 2 miliardi persi da Etruria

Quando i commissari della Banca d’Italia prendono possesso degli uffici della sede di via Calamandrei, il totale dei crediti deteriorati di Banca Etruria ammonta a 2,7 miliardi di euro, tra sofferenze e incagli. Ma a chi sono stati prestati quei soldi che difficilmente torneranno indetro? Ci ha pensato la Nazione, in questi giorni, a mettere in fila alcuni, i più importanti, dei beneficiari di quei finanziamenti.
La somma più consistente, 70 milioni di euro, è andata al gruppo Sacci, azienda cementiera del Centro Italia oggi nel mirino di Buzzi Unicem. Di questi, Banca Etruria non ha finora rivisto un centesimo: prima del commissariamento figuravano in bilancio come incagli, ora è assai probabile che si siano trasformati in sofferenze. Poco inferiori i finanziamenti al gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone: 60 milioni, di cui una ventina per lavori di ristrutturazione del porto di Imperia, in Liguria, assai lontano dal raggio d’azione dell’istituto di credito aretino. Consistente (una trentina di milioni) anche il finanziamento alla Privilege per la costruzione di uno yacht di lusso in realtà mai realizzato, di cui Libero ha abbondantemente parlato (si veda oggi l’articolo qui sopra). Banca Etruria è esposta per 18 milioni con la Eda, azienda tecnologica romana che gestiva il sistema di comunicazione di vari ministeri e delle forze di polizia. Sedici milioni sono andati alla Finanziaria italiana, cassaforte della famiglia Landi, nota alle cronache anche nazionali per via delle disavventure giudiziarie di Eutelia, mentre l’Immobiliare Cardinal Grimaldi ha ottenuto un mutuo a 40 anni di 11 milioni di euro. Questione particolarmente delicata quella dei fidi concessi a 13 ex amministratori e a 5 ex sindaci della banca: qui le perdite, secondo Bankitalia, sarebbero pari a 18 milioni. 
Banca Etruria soffre poi gli effetti della recessione sul territorio: molte sono le imprese locali che, colpite dalla crisi, non sono riusciti a restituire i crediti, da Del Tongo (una trentina di milioni) alla vecchia UnoAerre (una ventina), passando per la Mabo, Cantarelli e, con cifre più basse, la Municchi cucine e il gruppo Mancini.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

credo che il blog abbia fatto il suo tempo. E' finita per tutti ed anche per il blog. Un augurio di cose buone a tutti, purtroppo non possiamo farci più niente. ADDIO

Anonimo ha detto...

Ahoo ma sti tavoli ?

Anonimo ha detto...

Buon Anno a Tutti i colleghi che ancora come Me non riescono a trovare lavoro.
Perchè non mandiamo email a Potetti ... deve sollecitare e proseguire gli incontri al ministero il tempo sta per scadere...forse si è dimenticato l'impegno preso.

Anonimo ha detto...

Ricordo a tutti i lavoratori in mobilità la compilazione del modulo MV10 per le detrazioni fiscali. Il modulo è possibile compilarlo on line tramite accesso sito INPS area personale, altrimenti per mezzo di un patronato.

Anonimo ha detto...

Una bellissima dal nostro governo Renzi....

Dal 2016, il bonus assunzioni diventerà molto meno generoso e avrà principalmente tre caratteristiche:
-Durerà meno, cioè due anni anziché tre
-Sarà meno elevato, poiché sarà pari al 40% e non alla totalità dei contributi dovuti all'Inps
-Avrà un tetto massimo inferiore a quest'anno: 3.250 euro all'anno anziché 8.060

Quindi anche misure decontributive volte alla creazione di posti di lavoro...avranno un effetto negativo; per nulla presenti sono le misure di incentivazione per assunzioni di lavoratori di mobilità. E proprio l'assenza di misure di questo genere potranno causare solamente l'allungamento dei periodi di inattività e dequalificazione professionale dei lavoratori sopratutto oltre cinquantenni che espulsi dal mondo del lavoro - come nel caso Agile Eutelia - i quali non sono più in grado di ritrovare una nuova occupazione. Sono tanti infatti i sei anni di inattività per questi lavoratori che troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per l'assunzione, continuano disperatamente a lottare per un status di riconoscimento di lavoratori truffati con una soluzione politica ad hoc. Diversi sono stati i governi che si sono avvicendati a partire dal quello Berlusconi, Monti, Letta, fino ad arrivare al Renzi. Diverse sono state le casse di risonanza del PD in prima linea durante il governo Berlusconi per poi passare da forza di opposizione a forza di governo scemando e dimenticando tutta l'atavica questione.

Anonimo ha detto...

IMMAGINO E SOPRATTUTTO SPERO CHE SI POSSA REINIZIARE IN QUALCHE MODO A CHIEDERE LUMI A QUALSIASI TIPO DI ISTITUZIONE CHE CI HA ORAMAI LASCIATO NELLA MELMA. MA IL SIG. POTETTI AVRA' FINITO LE VACANZE?? CONCORDO CON CHI HA SCRITTO DI MANDARE TANTE MAIL PER CHIEDERE NUOVA LINFA PER NOI ORAMAI MORTI E DEFUNTI

Anonimo ha detto...

Il pubblico impegno per la Banda Ultralarga
Nelle aree a fallimento di mercato lo sviluppo dell'infrastruttura sarà affidato a Infratel. 4 miliardi dallo stato per accelerare le operazioni
Roma - Lo sviluppo della banda ultralarga italiana nelle aree a fallimento di mercato passerà per l'impegno pubblico, con un progetto da 4 miliardi di euro che deve ancora guadagnare l'approvazione formale dell'Unione europea.

Secondo diverse indiscrezioni, poi confermate dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e presidente del Comitato Banda Ultralarga Claudio De Vincenti, il Governo ha infatti deciso di dare il via alla realizzazione della rete in fibra ottica attraverso Infratel, società pubblica del Ministero dello Sviluppo economico specializzata nella costruzione di reti spente (ovvero scavi, cavidotti e stesura della fibra): questo permetterebbe di accelerare il processo e di evitare l'erogazione di risorse a fondo perduto agli operatori, modalità che potrebbe essere bloccata da Bruxelles in quanto assimilabile ad un aiuto di Stato.

Una volta sviluppata l'infrastruttura, secondo le dichiarazioni raccolte da Reuters, la fibra sarà dunque affidata agli operatori "con contratti d'uso di lungo periodo che saranno regolati, per modalità e tariffe, dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In questo modo ci sarà parità di trattamento per tutti". Si tratterà, insomma, di una vera e propria rete di Stato che De Vincenti ha inoltre riferito che si tratta di un investimento da 4 miliardi di euro: una cifra sicuramente considerevole rispetto alla stima di 12,4 miliardi complessivamente previsti per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale.

Tale modello, in ogni caso, sarebbe limitato alle aree geografiche riconosciute come a fallimento di mercato e identificate come appartenenti al Cluster C (per le quali si stima che gli operatori possano essere interessati ad investire soltanto grazie a un sostegno statale) e al Cluster D (aree a fallimento di mercato per le quali solo l'intervento pubblico può garantire un servizio di connettività a più di 30 Mbps): circa un terzo delle unità abitative collocate nelle aree più marginali del paese, 4.300 comuni, ove risiede il 15 per cento della popolazione italiana. ENEL, oltre a voler competere con gli operatori tradizionali, con il proprio piano ENEL Open Fiber scommetteva proprio su queste aree.

Claudio Tamburrino

Ma De Vincenti non conosce la nostra situazione e doveva crearci le condizioni per inserirci..
Il problema che chi ci rappresenta (Sindacato) sono stati tutti sistemati e gli ultimi se ne vanno in pensione con la salvaguardia ...gli ne po frega de meno del resto....
Sveglia...pretendiamo rispetto....

Anonimo ha detto...

Potetti segue Finmeccanica, probabilmente non ha più tempo per questa vertenza che per il ministero risulta conclusa, non esistendo più un'azienda interlocutrice, se poi consideriamo che tutti i rappresentanti RSU si sono bene o male sistemati, la maggior parte agganciandosi alla pensione, praticamente non abbiamo più nessuno che ci rappresenta (avete notato che EULAV è gestito, una parola grossa e impropria, da Torino? sapete perché? perché il sindacalista che lo gestiva, male ma lo gestiva, si è agganciato alla pensione).
Questa operazione condotta male si è conclusa ancor peggio, ossia con circa 500 lavoratori di varie categorie (commerciali, amministrativi, sistemisti, project manager ...) che per lo più, alla fine della mobilità, rimarranno senza un reddito e senza un lavoro data l'età media ultracinquantenne.
Ormai siamo nel dimenticatoio e l'unica vera azione che bisognerebbe fare è una bella denuncia al sindacato FIOM/CGIL che si è adoperato solo ed unicamente per farci avere la cassa integrazione, ma non ha lottato MAI seriamente, per preservare i posti di lavoro.
Vi ricordate le prime dichiarazioni fatte? "lavoratori con un'età media alta" questo concetto veniva ripetuto continuamente, e sicuramente non era un presupposto sul quale basare un progetto di investimenti di rilancio.
Il tutto si è concretizzato in una grande mangiatoia per i commissari, i periti, le aziende di corsi riqualificativi, per i raccomandati che sono stati smistati in altre aziende per tirare avanti qualche anno, prendere tempo per far diminuire naturalmente il bacino tra pensionamenti e qualche dimissione.
Il tutto facilmente attuabile a causa della nostra realtà logistica, ossia sparpagliati su tutto il territorio e quindi DIVISI; probabilmente se fossimo stati concentrati tutti in uno stesso luogo avremmo avuto più forza per fare pressioni.
La sentenza dell'art. 28 poteva unirci alla vertenza Eutelia, portandoci ad essere un problema unico per combattere tutti insieme, ma il sindacato si è ben guardato da metterlo in esecuzione, perché l'obiettivo per TUTTI a parte noi, era quello di mantenere la divisione della lotta: Eutelia con la sua infrastruttura da deprezzare per far fare l'affare ai manovratori, Agile da smembrare per smistare tutte le varie commesse ancora in piedi tra i nostri concorrenti, con l'aiuto a mio parere di qualcuono del ministero che li informava sul via libera.
Possiamo solo sperare, sempre che non si abbia la fortuna di trovare un altro lavoro, in una qualche salvaguardia, o reddito di cittadinanza o .... non so'.
Non sarebbe stato difficile allocarci in una qualche azienda statale, come le poste, proprio perché spalmati su tutto il territorio, se solo ci fosse stata la volontà... ma non c'era e non c'è.
Se ancora sentiremo parlare di tavoli, vuol solo dire che qualche sindacalista ha bisogno di platea e ci vuole sfruttare per i propri interessi e spero proprio che a questo punto non trovi più nessuno che gli dia credito.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente sulla tua analisi.
Ma se i 500 circa che rimangono fuori se ci organizziamo e ci svegliamo un pò con iniziative...non sarebbe male...chi non protesta forse gli fa comodo restare cosi o aspetta che altri gli risolva il problema...siamo noi primi a pretendere il rispetto degli impegni presi dal sindacato e non aspettare gli ultimi giorni della mobilità...
Da Nord a Sud...Sveglia....

Anonimo ha detto...

Le analisi sono corrette. Molto probabilmente in problema diventerà caldo alla scadenza del 2° anno di mobilità quando un congruo numero di lavoratori non avrà più la copertura economica. Purtroppo in Italia vige la "legge della gestione delle urgenze", solamente alla scadenza potrebbero essere prese delle decisioni, onestamente non so se questo è un caso urgente. Il sindacato ha già fatto la su parte, ossia è riuscito ad ottenere protezione sociale per circa 7 anni e dirà che di più non si poteva ottenere. Per quanto concerne le rappresentanze sindacali non tutti i colleghi sono in pensione, anzi i più combattivi sono ancora "in piedi", pertanto bisognerà lavorare dietro le quinte, per poter ottenere una soluzione definitiva soddisfacente. E' vero Potetti ormai segue vertenze più prestigiose..avrà forse gettato la spugna? Non esiste più un soggetto rappresentativo del caso Agile Eutelia, solamente centinaia di lavoratori sparsi in Italia, non c'è una forza rappresentativa del tipo azienda-sindacato-governo capace di intavolare una trattativa..tutto è in salita....