sabato 29 settembre 2012

Comunicato Sindacale

La vertenza Agile ex-Eutelia è aperta e i lavoratori non intendono mollare.
Lunedì 1° ottobre 2012 le lavoratrici e i lavoratori di Agile ex Eutelia di
Bari manifesteranno ancora una volta pacificamente, sotto la Prefettura

PERCHE' PROTESTIAMO
Dopo due anni di cassa integrazione e dopo 9 mesi dalla firma dell'accordo fra Mise, Ministero del Lavoro e
Regioni circa 100 lavoratori a Bari e oltre 1000 in Italia continuano a non avere prospettive.
Ma dopo la firma dell'accordo, come se la nostra condizione non fosse già sufficientemente drammatica, lo
stesso governo firmatario ha modificato, peggiorandole, le norme di legge, in vigore al momento della firma,
relative agli ammortizzatori sociali e le pensioni, lasciando peraltro ancora in sospeso il problema degli
esodati.
Le altre iniziative più importanti previste dall'accordo sono o inattuate o in forte ritardo.
E' necessario e urgente che si dia seguito a quanto previsto dall'accordo del 23 gennaio u.s. a partire dalla
conferma degli ammortizzatori sociali.
Per questi motivi i Segretari Generali di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto ai ministri Passera e Fornero un
urgente incontro di cui al momento non si ha notizia.
Chiediamo urgentemente la convocazione del tavolo con i Ministri Passera e Fornero.
Ricordiamo, ancora, che fra i firmatari dell'accordo c'è anche la Regione Puglia che certamente si è distinta
per presenza istituzionale e solidarietà verso i lavoratori ma che, al pari delle altre regioni, non ha prodotto
alcun risultato concreto. Cosa che deve ed è certamente all'altezza della nostra Regione vista la drammatica
fase economica.
In attesa di costruire soluzioni sul nostro territorio, chiediamo ancora una volta con forza che si dia seguito a
quanto previsto da Piano Regionale riguardo l'impiego di lavoratori in CIGS nella Pubblica Amministrazione
(Comuni, Provincia, Municipalizzate, Tribunali ecc.).
In questo senso intendiamo interloquire con tutti i soggetti potenzialmente interessati a partire dal Comune
di Bari e dal Sindaco Emiliano.

TUTTE E TUTTI LUNEDI' 1 OTTOBRE 2012 ALLE
ORE 9.30 SOTTO LA PREFETTURA DI BARI
RSU AGILE EX-EUTELIA


Calenzano: la storia infinita della ex Eutelia-Agile


CALENZANO – “La storia dei dipendenti Agile ex Olivetti, ex Bull, ex Getronics, ex Eunics, ex Eutelia è iniziata con una truffa come stabilito in tribunale con le sentenze che hanno condannato in primo grado i responsabili del depauperamento delle professionalità e delle realtà industriali tra le più importanti nel nostro Paese nel settore informatico”. Lo si legge in un comunicato della Fiom-cgil distribuito questa mattina dove si aggiunge che “dopo circa 4 anni di iniziative la vertenza ha una svolta importante e decisiva: la cessione ad un ‘altra società”.
Con l’accordo del 23 Gennaio 2012 con cui sono state cedute le attività a TBS è iniziato un percorso di ammortizzatori sociali e progetti di riqualificazione volti a accompagnare i lavoratori rimasti esclusi dalla cessione. Ad oggi, oltre alle prime assunzioni fatte da TBS, nulla è successo e tutte gli impegni non sono stati attuati. I lavoratori della ex Eutelia spiegheranno la situazione lunedì prossimo in camera del lavoro a Sesto.

martedì 25 settembre 2012

Comunicato sindacale Agile ex Eutelia




FIM - FIOM - UILM hanno deciso di inviare una richiesta di incontro al Ministro dello
Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro, al  fine  di  aprire  un  tavolo  di  discussione
congiunto sulla gestione dell’accordo del 23 gennaio u.s.
Molti elementi convenuti nell’accordo infatti, hanno visto il quadro normativo di riferimento
cambiato e, al fine di rendere coerenti ed efficaci le misure in esso contenute, c’è bisogno
di effettuare incontri congiunti e qualificati, anche alla presenza degli enti locali firmatari.
La complessità della situazione generale e delle soluzioni individuate nell’accordo, debbono
trovare un elemento di sintesi comune che, da un lato dia certezze sul piano normativo e
sugli impegni assunti dai due ministeri, dall’altro faccia accelerare i processi decisionali e
attuativi.
I provvedimenti sui bandi di gara sia della pubblica amministrazione centrale che locale, la
possibilità di ricercare sinergie industriali e attività con la Cloud Italia (il ramo d’azienda di
Eutelia rilevata dall’amministrazione straordinaria), i programmi di formazione e
reinserimento al lavoro (non  solo quelli collegati al piano industriale della TBS IT),
debbono fare un deciso passo in avanti e  cominciare a preparare quella cornice di
provvedimenti pensati per il possibile reinserimento al lavoro delle lavoratrici e dei
lavoratori della Agile ex Eutelia.
I provvedimenti citati, più le soluzioni su  “esodati” e ammortizzatori sociali, debbono
accompagnare il piano industriale e mantenere invariato il periodo di copertura economica
e contributiva. Solo così si potrà ritenere  compiuto un passo decisivo verso la soluzione
della vertenza.

FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
Roma, 21 settembre 2012

sabato 15 settembre 2012

Eutelia, anche la Cig gia' accordata diventa un'odissea

Manca il visto della Ragioneria. Di Pietro, lo sollecitero' in Commissione
 

Torino, 14 set – Non e' ancora stata formalizzata la Cassa integrazione per i lavoratori Agile Eutelia. Al provvedimento ha spiegato ieri il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che ha incontrato una delegazione alla festa della Fiom di Torino, malgrado l'accordo di questa primavera manca il visto della Ragioneria di Stato per varare il relativo decreto. Martedi' prossimo – ha detto Di Pietro – presentero' in Commissione Lavoro un'interrogazione urgente a risposta immediata per chiedere la data precisa di questo ultimo passaggio'. La Cassa integrazione dovrebbe decorrere per un anno fino al 17 giugno 2013 in attesa che per i dipendenti Eutelia, 1200 in tutta Italia, circa 200 in Piemonte si trovi una soluzione piu' strutturale. Da una parte, spiega il capodelegazione Giulio Basile e' previsto il riassorbimento da parte della Tps. Ma l'azienda che ha raccolto alcune commesse dell'ex Olivetti, impegnandosi a riassumere circa 650 dipendenti, e' fermo a 150 unita'. Di Pietro ha indicato la possiilita' di coinvolgere altri enti pubblici per garantire commesse all'impresa in cambio delle riassunzioni. Un' altra soluzione e' quella dei prepensionamenti. Ne erano stati previsti 350-400 con le vecchie leggi. Ma, come racconta Claudio Boggio Togna, che, assieme ad un centinaio di colleghi nel dicembre scorso ha firmato la mobilita', la situazione e' rimasta incagliata nella riforma Fornero. “Avrei maturato quota 97 nel 2014- dice – cosi' il 30 dicembre ho firmato la mobilita'.l'Inps mi ha detto che avrei fatto parte dei primi 60mila esodati, poi dei successivi 55mila, ma proprio nei giorni scorsi mi e' arrivata una lettera dell'Inps molto contraddittoria in cui si parla di 'probabilita'' della mia situazione di esodato', ma non si sa come applicarla. Oltretutto non vado via con le vecchie regole, ma con le nuove che mi diminuiscono notevolmente l'importo, al 70% dello stipendio”. Ultima parte del piano e' la ricollocazione in altre aziende per i dipendenti residui. Una possibilita' sempre piu' difficile con la crisi attuale. “La parola fine a questo disastro industriale che sta mettendo in ginocchio tante famiglie italiane , a questa azienda ex Olivetti, ex Bull, ex Eutelia, – ricorda puntigliosamente un lavoratore – si potra' mettere soltanto quando l'ultimo dei nostri colleghi avra' la serenita' e la sicurezza di pensare al domani con la certezza di un posto di lavoro”.

martedì 4 settembre 2012

CracVol2, sequestrati 3 milioni di euro

La Guardia di finanza ha messo i sigilli a cinque immobili e a diversi conti correnti dell’imprenditore Antonangelo Liori, di suo fratello Sebastiano e del commercialista Claudio Marcello Massa.
Un sequestro preventivo da tre milioni di euro è stato eseguito dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari nei confronti di beni e conti correnti riconducibili ai fratelli Antonangelo e Sebastiano Liori, nonché del commercialista Claudio Marcello Massa. Cinque immobili dal valore di un milione e quattrocentomila euro, ma anche conti correnti e altri beni sono stati congelati su ordine del Gip del Tribunale, Alessandro Castello, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Andrea Massidda, titolare del fascicolo sul crac del call center Vol2.
Gli investigatori delle Fiamme gialle, coordinati dal colonnello Alessandro Marin, stanno anche lavorando per capire se i tre, già destinatari di altrettante misure cautelari, abbiano trasferito beni all’estero che potrebbero essere recuperati.
L’indagine a cui si riconduce il sequestro preventivo per equivalente è quella sul fallimento della società cagliaritana Video On Line 2 (Vol2), call center che aveva 300 operatori telefonici che ha chiuso con debiti stimabili, secondo la Procura, in circa 35 milioni di euro. Al vertice della società c’era, stando alle indagini, Antonangelo Liori, assieme al fratello Sebastiano e al commercialista Massa. I tre sono indagati anche per il fallimento della società romana Agile-Eutelia.

domenica 2 settembre 2012

Passera, il ministro che non c'è

Molto presente nelle manovre per il futuro 'centro', risulta invece assenteista in quello che dovrebbe essere il suo lavoro: risolvere le drammatiche vertenze delle aziende che mettono in strada i dipendenti

Corrado Passera quando vuole sa farsi notare. Come nei giorni subito dopo Ferragosto: l'intervista esclusiva con foto romatiche su 'Oggi', la visita all'Ilva di Taranto, il discorso appassionato al Meeting di Cl. Gioca d'anticipo sull'autunno, il ministro allo sviluppo economico, e sono in molti ormai a darlo come candidato alla prossima legislatura.

Eppure c'è chi fino a ieri Corrado Passera non l'aveva mai visto. Sono i lavoratori e i sindacalisti delle principali vertenze industriali rimaste aperte sul tavolo del Ministero allo Sviluppo, ad oggi in totale 141. Cifra ereditata da Claudi Scajola e Paolo Romani. Ma mentre i due precedessori amavano metterci la faccia sulle trattative - salvo poi perderla quando le promesse ai lavoratori si rivelavano fasulle - il ministro tecnico ha optato per il basso profilo.

Dalla Fincantieri di Sestri alla Vinyls, dall'Omsa ad Agile Eutelia, in Alenia, persino alla Fiat di Torino: Passera non si è mai visto. E ovunque le risposte sono un coro unanime: «Qui non è mai venuto. Non credo si sia mai interessato alla nostra vertenza». Con l'unica eccezione della sarda Alcoa: «Lo abbiamo incontrato al ministero una volta, il 27 marzo scorso, per un quarto d'ora», dice il sindacalista Rino Barca. Lui e i suoi colleghi dell'impianto siderurgico sardo hanno occupato l'aeroporto di Cagliari e i traghetti la scorsa settimana, perché la toppa messa dal governo Berlusconi tre anni fa sta per scadere.

Si è fuori tempo massimo. Sono passati nove mesi dall'insediamento di Passera al dicastero di via Molise, e il "super ministro" capace di risolvere difficili impasse di vertenza si è mostrato molto poco su queste vicende, in quello che per il ministero è un approccio manageriale e per i lavoratori semplicemente disinteresse. Le vertenze che hanno trovato soluzione devono ringraziare le Regioni: «Il Mise aveva benedetto l'accordo separato firmato da Fim e Uilm senza noi della Fiom», ci spiega il sindacalista di Fincantieri, Giulio Troccoli. «Siamo riusciti a ribaltare la situazione grazie alla Regione, dopo una dura lotta», conclude. Procedimento simile a quanto accaduto ai mille cassintegrati dell'Agile Eutelia. Loro prima erano una vertenza nazionale, poi: «Il Mise ha delegato i restanti mille alle Regioni, cosi si è spezzettata la forza dei lavoratori», spiega Cadigia Perini, cassintegrata Agile di Ivrea.

Passera è stato in passato protagonista di alcune fra le più importanti svolte industriali del nostro paese: è stato lui a far entrare Olivetti nelle telecomunicazioni avviando Omnitel e creando Infostrada, lui a rivoluzionare le Poste, lui artefice della fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi, lui tra i protagonisti della privatizzazione di Alitalia.

Tutte queste enormi cessioni, fusioni, riorganizzazioni hanno comportato complessivamente una cifra approssimativa di 40 mila lavoratori in esubero nell'arco di 16 anni (tra il 1992 e il 2008) e sono molti i lavoratori che vivono il paradosso di doversi rivolgere a un ministro che è stato in passato la causa della propria fine.

Come i lavoratori Agile Eutelia, figli dello smembramento di Olivetti: «Passera vede le vertenze come gestione di esuberi», commenta ancora Cadigia. «Cerca sempre la trattativa», spiega Calcagni della Fisac, che ha conosciuto Passera ai tempi di Banca Intesa. «Però ha un unico limite culturale: chiede ai sindacati di farsi carico di grandi sacrifici ma la leva del comando rimane a lui».

Il desaparecido. «Non l'abbiamo mai incontrato, qui non è mai venuto», spiega Giulio Troccoli, delegato Fiom alla Fincantieri di Sestri a Genova. «Al Mise siamo andati l'ultima volta che era Natale», continua. Poi c'è la Fiat Mirafiori, a Torino, dove da luglio 5.000 dipendenti sono entrati in cassa integrazione. Anche qui il ministro non si è mai visto: «Passera non è mai venuto, come tutti gli altri. Anche lui non è stato capace di intavolare nessuna trattativa con la Fiat», racconta Angelo Rosito, rsu Fiom. «Dovrebbe essere ministro di tutti, anche dei lavoratori, il banco di prova è andare nelle aziende, non al meeting di Cl», conclude l'operaio.

All'Alenia di Caselle, sempre a Torino (dove lo scorso 23 aprile la Fornero era andata a spiegare la riforma del lavoro agli operai): «Non ci ha mai cercato», dice il sindacalista Antonio Fraggiacomo. All'Omsa di Faenza, che aspetta l'avvio delle assunzioni con la nuova impresa Atl: «Se devo dire la verità non credo che Passera abbia fatto un granché per noi», spiega Samuela Meci della Filtcem. Alla Jabil di Cassina de Pecchi, occupata da oltre un anno: «Anche noi non abbiamo mai visto il ministro. Mi auguro che si renda conto che dietro queste 131 vertenze ci sono persone e famiglie», afferma l'occupante Anna Lisa. Anche alla Vinyls di Porto Torres e Porto Marghera il ministro non si è mai fatto vedere. «E non prendiamo cassa integrazione da Maggio ormai», dice Stefano Masperi della Vinyls sarda.

Il portavoce del ministro Passera, Stefano Porro, tiene a specificare che l'assenza dalle trattative del ministro è un approccio da tecnico, manageriale, e non va confuso coi risultati delle trattative. Passera, dice Porro, «interviene nei momenti difficili, come per l'Alcoa». Il ministro sta seguendo le vertenze: «con la maggiore attenzione e serietà». (qui la replica integrale del ministero)

Ci pensino le Regioni. Decentralizzare vertenze nazionali a livello regionale, sembra essere la nuova strategia del ministero allo sviluppo nell'epoca Passera. E' accaduto per Fincantieri e Agile Eutelia. «Noi lavoratori eravamo 1.250 sparsi fra Ivrea, Torino, Milano, Roma e Bari», spiega la cassintegrata Cadigia Perini. Poi una parte dell'azienda viene venduta alla Tbs. I restanti 1.000 cassintegrati vengono delegati dal Ministero alle Regioni: «Col progetto Feg, Firenze-Empoli-Genova, presentato alla Commissione Europea». Progetto che non si è ancora concretizzato, dato che i cassintegrati sono rimasti cassintegrati, ma in compenso, secondo la lavoratrice: «Così facendo si è spezzettato la forza dei lavoratori». I mille di Eutelia avevano protestano più volte a Roma, forti del loro numero. Ma la decentalizzazione della vertenza ha comportato un altro problema: «A seconda della regione di appartenenza sei fottuto, i nostri colleghi della Campania non hanno ottenuto nulla, per quelli lombardi hanno stanziato 3.000 euro a persona, che non sono niente», in una segmentazione senza controllo.

Qualcosa di simile è accaduto alla Fincantieri, le delegazioni dei 9.000 operai dei cantieri navali sparsi per lo stivale si erano ritrovati assieme davanti al Mise lo scorso 10 gennaio. Erano venuti da Genova, da Ancona, da Palermo, da Castellamare di Stabia, ma non c'era stato nulla da fare: per Passera i 2.500 licenziamenti del piano industriale presentato dall'azienda erano accettabili. Per i lavoratori e la Fiom no. «Ora abbiamo un accordo sindacale che salva Sestri Ponente», spiega Giulio Troccoli «Ma l'abbiamo ottenuto grazie alla Regione e a Genova». L'anno scorso il ministero aveva approvato l'accordo separato, quello con gli esuberi, che la Fiom non aveva firmato: «A livello locale invece abbiamo ottenuto un accordo unitario, e il presidente Burlando ci ha fatto incontrare Napolitano», continua il sindacalista. «Noi avevamo interesse a centralizzare la vertenza, ma il Mise nella pratica ha favorito accordi decentralizzati. Questa, di fatto, è una deresponsabilizzazione oggettiva». Il portavoce del ministro Passera, Stefano Porro, ci spiega che non c'è una decentralizzazione delle vertenze, ma una valorizzazione delle autonomie locali.

Non si toccano i poteri forti. Un'altra aspettativa delusa dal ministro tecnico è stata il rapporto con gli ex monopoli di stato. Ci spiega Rino Barca, dell'Alcoa: «Anche con Passera il tema dell'energia non si è mai toccato, non ha toccato l'Enel». Facciamo un salto indietro. La multinazionale americana Alcoa vuole andare via dalla Sardegna, dopo anni di finanziamenti pubblici, e il rischio è che circa 3.000 persone (con Eurallumina e indotto compresi) perderanno il lavoro in quella che è la provincia più povera d'Italia. Il mercato dell'acciaio va bene, Alcoa produce solo il 12 per cento del fabbisogno nazionale. Ma le tariffe energetiche in Italia sono troppo alte, e in Sardegna raggiungono cifre record. Per questo, anno dopo anno, ogni governo cerca una soluzione "tampone" fornendo finanziamenti pubblici ad Alcoa che sistematicamente l'Unione Europea boccia come "aiuti di stato" illegali. Il problema dell'energia, però, esiste, e i lavoratori chiedono di equiparare una situazione svantaggiata: «Ogni volta ci propongono delle soluzioni tampone, che durano poco», continua il sindacalista. «Noi avevamo proposto dei contratti bilaterali con l'Enel, sul modello di Portovesme, quando l'alluminio va su sale anche il kilowatt/ora, e viceversa».

Dice ancora Barca dell'Alcoa: «Ci deve guardare in faccia il ministro, e dirci come stanno le cose». E' quello che chiedono tanti lavoratori, che, dopo nove mesi, questo nuovo ministro non l'hanno ancora visto.

Il suo è un approccio manageriale (REPLICA)

(28 agosto 2012)
Riportiamo la replica di Stefano Porro, capo ufficio stampa del Ministero allo Sviluppo Economico e portavoce del ministro Passera, in merito alle questioni sollevate nell'inchiesta

«Il ministro Passera sta seguendo le vertenze industriali in crisi con massima attenzione e serietà.

Faccio un esempio: il 14 agosto il ministro era a via Veneto per seguire la trattativa Windjet, coi sindacati e l'azienda. Il 17 a Taranto per l'Ilva. ?

Il ministro è tutt'altro che assente, il suo è un approccio diverso. Segue e prepara le principali vertenze con sottosegretari, dirigenti e collaboratori, che a loro volta partecipano ai vari tavoli dove non è prevista o necessaria la presenza diretta del ministro. Non può essere che così visto che le riunioni si susseguono a decine ogni settimana. Passera entra direttamente nei momenti difficili, ad esempio per superare ostacoli insormontabili.

Ad esempio per l'Alcoa, lo scorso marzo, Passera ha reso possibile la proroga della chiusura dell'impianto che la società si rifiutava di concedere. In termini di politica industriale, Passera ha anche risolto la questione Edison, che andava avanti da decenni.

Non vorrei venisse scambiata per assenza quello che è un approccio che si potrebbe definire più manageriale. Il ministro è un tecnico, non un politico, e non fa comunicazione sulle vertenze. Questo si può notare anche dai comunicati del Mise, molto tecnici. Bisogna stare attenti a non scambiare l'assenza del ministro da alcuni tavoli con l'impegno che porta avanti da dietro le quinte e coi risultati che poi si ottengono.

Riporto le parole del nostro Responsabile Unità di Crisi, Giampiero Castano: «Il nostro è un pronto soccorso». Siamo in una situazione difficile, con oltre 130 tavoli attivi. Non cerchiamo visibilità, e valorizziamo al massimo il ruolo dei sindacati. ??Nel merito della vertenza Fincantieri il ministro Passera ha seguito direttamente le trattative. Non c'è stata una decentralizzazione della vertenza, ma una valorizzazione delle autonomie locali. In questa maniera, con un concerto istituzionale funzionante, si possono risolvere le vertenze. Per la Fincantieri di Sestri c'è un accordo di programma in cui il ministero mette una parte dei fondi, la Regione Liguria mette ulteriori risorse. Fincantieri era un'azienda in difficoltà, e ora ha iniziato un percorso di forte recupero di competitività. Voglio specificare che sull'applicazione di tutti gli accordi il ministero dello Sviluppo rimane sempre ente vigilante.

La vertenza Agile Eutelia resta nazionale. Se qualcuno parla di decentramento è probabilmente perché il piano Feg è di competenza esclusivamente regionale, ma noi seguiamo le trattative. Al ministero ci sono diverse riunioni sulla vertenza, per cercare di reimpiegare i dipendenti nel settore dell'informatica. ??Nel merito della vertenza Alcoa questa settimana ci sarà un incontro al ministero. Inizialmente il ministero è stato molto duro con la multinazionale americana Alcoa. Passera stesso telefonò al ceo statunitense dell'azienda per fare presente che non doveva esserci un'interruzione improvvisa delle attività. E così è stato, perché da aprile il termine è stato spostato a fine anno. L'Alcoa, però, ha assunto decisioni a livello internazionale, di trasferire gli stabilimenti in medio oriente dove è possibile usufruire di tariffe energetiche enormemente più basse rispetto alla media europea. La situazione resta difficile, anche per scelte manageriali fatte negli anni passati. Nella nuova riunione, dopo aver già tutelato i livelli reddituali dei lavoratori con l'accordo firmato da tutte le parti lo scorso marzo alla presenza di Passera, faremo il punto sulla ricerca di un nuovo acquirente dell'impianto»