giovedì 9 febbraio 2012

Perdere il lavoro e reagire La terapia di gruppo degli ex Eutelia

C'è chi passa l'intera giornata su Facebook e si sfoga nelle lezioni di ballo, chi si butta sul volontariato e chi è costretto a ricorrere agli psicofarmaci. Per loro, ex dipendenti del gruppo finito in bancarotta, la Cgil ha organizzato un gruppo di auto-aiuto e un corso di scrittura in collaborazione con la scuola Holden di Torino. Lo scopo: combattere la depressione seguita alla perdita del posto PREGNANA MILANESE (MI) - "Dovrei timbrare ed andarmene a casa, scappando a gambe levate da questo posto che negli ultimi anni mi ha tolto così tanto: capacità, fiducia, dignità, soldi e il mio futuro. 17.35 ... sono ancora qui, dovrei timbrare, andarmene, come tutte le altre sere ... no, stasera no! Stasera si occupa!"

Nitro, glicerina, il baffo, Vissani, sono compagni di viaggio. Dentro l'azienda. Storie come tante che tentano di bucare il muro dell'assuefazione e dell'indifferenza. Perché ci si abitua a tutto. In tempo di crisi. Anche alle vicende di ditte che chiudono, di lavoratori che finiscono in strada. Non fa più notizia.

Il gruppo di aiuto e il corso di scrittura.Storie, quelle degli ex dipendenti dell'Eutelia di Pregnana Milanese in cassa integrazione dal 2009 dopo la bancarotta fraudolenta della società, che diventeranno un libro. Per loro la Cgil di Milano, ha organizzato prima un gruppo di auto-aiuto seguito da Massimo Cirri, psicologo e conduttore di Caterpillar e poi, insieme alla scuola Holden di Torino, un corso di scrittura. Finalità: combattere la depressione.

"Il bisogno dei partecipanti - spiega la scrittrice Elena Varvello che ha tenuto il corso - era di essere ascoltati, ma l'obiettivo è stato anche far acquisire loro una forma di chiarezza con se stessi. Un tentativo di trasformare sensazioni dirette in comunicazione che arrivi a chi non è interessato perché ha già sentito mille storie simili al telegiornale".

Le testimonianze. Quello venuto fuori è uno spaccato doloroso e a tratti paradossale. Fatto di psicofarmaci per tirare avanti e di coniugi che colpevolizzano. C'è chi, vittima dell'angoscia, sente la casa tremare sotto i piedi e chi finge di recarsi in ufficio ogni mattina perché non ha rivelato a moglie e figli di aver perso il lavoro.
Così Carmen, sola con un ragazzo sedicenne, dopo 25 anni di carriera, passa tutta la giornata a chattare su Facebook trovando l'unico sfogo nelle lezioni di ballo che frequenta tre sere a settimana. "A volte mi sentivo in colpa perché lasciavo a casa mio figlio, ma pensavo anche che se non mi fossi salvata io per prima sarebbe crollato tutto il resto". Per lei negli ultimi anni non esistono più vacanze e la pizza al ristorante è diventata un lusso. Ad Angelo, 57 anni 30 dei quali trascorsi in azienda, tutto quel tempo libero piomba addosso come una mannaia. Per un paio di mesi soffre di crisi depressive, non ha più voglia di far nulla e passa dal divano alla poltrona. "Diventare precario alla mia età - sospira- è molto pesante. Sei troppo anziano per cercare un altro lavoro e troppo giovane per andare in pensione, senza contare che vivi in un limbo con questi annunci continui per spostare l'età pensionabile".

Il volontariato che diventa lavoro. Paola invece, dopo un primo momento passato a fare la casalinga, decide di dedicarsi agli altri in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Volontariato che forse diventerà una professione dopo un corso di perfezionamento in Economia del no-profit a cui ha deciso di iscriversi. "Ero disgustata da quello che avevo vissuto, non ho più provato a cercare occupazione nel mio settore". Racconto e condivisione dunque come momento terapeutico per abbassare il livello di sofferenza ed eliminare il senso di colpa.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Scriveremo al numero uno del sindacato per chiedere lumi sull'operato di Potetti.

Si comincia con Candini e Camusso.

E poi scriverei anche ai giornali/tv/radi di tutte le aree politiche.

Bisogna raccontare tutto anche quello che la fiom non ha voglia di dire.

Anonimo ha detto...

Dal VERBALE DI INTESA firmato al MISE il 2 febbraio 2012 :

5. Questioni connesse agli ammortizzatori sociali
a)In merito all'accordo di mobilita' ex art 4......, le Istituzioni centrali e territoriali che sottoscrivono la presente Intesa, si impegnano a sensibilizzare i Ministeri competenti al fine di consentire l'accesso al trattamento pensionistico...
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Quindi, poiche' le Istituzioni centrali che hanno sottoscritto il Verbale di Intesa sono : Ministero Sviluppo Economico e Ministero del Lavoro, si deduce che queste si impegnano a sensibilizzare SE STESSE (n.d.r. Ministeri competenti)!!; insomma una forma di autoerotismo..

Anonimo ha detto...

si sa nulla se TBS ha iniziato a contattare qualcuno?? A parte i criccaioli lobbysti ovviamente............

Anonimo ha detto...

i migliori andranno in TBS!

Cristiano Bertello ha detto...

Salve a tutti.

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