venerdì 23 dicembre 2011

COMUNICATO SINDACALE FIOM

Lunedì 19 dicembre 2011, si è tenuto l'incontro ministeriale per la presentazione del piano
industriale della società TBS, così come da offerta fatta nel bando per la vendita di Agile in
Amministrazione Straordinaria. Il Ministero dello Sviluppo Economico presente all’incontro haaperto la discussione giudicando positivamente il piano industriale, così come già fatto dall’Advisore dagli Organi della procedura.
Il piano pur contenente una sua logica industriale è secondo noi carente su alcuni aspetti che dovranno essere chiariti e superati nei prossimi incontri che si terranno a partire dal 3 gennaio 2012 (e a cui su nostra richiesta parteciperanno anche le Regioni per avere un quadro completo della situazione).
In particolare pur comprendendo la difficilissima situazione economica e finanziaria del nostro
paese e della stragrande maggioranza delle aziende ed in particolare quelle dell’IT, le assunzioni
iniziali appaiono difficilmente accettabili sia per numero che per dislocazione territoriale.
Oggi diverse attività sono ancora in corso in azienda e molti lavoratori sono impegnati in progetti e attività su cliente. Pur valutando che un’azienda “in bonis” si muove su criteri diversi rispetto ad una in amministrazione straordinaria, se davvero si dovesse procedere con 102 assunzioni iniziali come previsto dall’offerta vincolante, molte attività andrebbero perse e con esse anche molti progetti che hanno ancora marginalità e/o attinenza con clienti molto importanti. Per questo abbiamo chiesto un incontro di verifica, da attuare dopo un confronto diretto tra gruppo TBS e amministrazione straordinaria (per chiarire l’incoerenza dei dati sul backlog tra i due soggetti), per valutare concretamente e più realisticamente il numero di assunzioni della prima fase del progetto che per noi devono essere significativamente elevate (con effetti che dovranno ripercuotersi sul numero finale di assunzioni). Su questo, che sarà uno dei punti dirimenti della procedura, saremo in grado di esprimere una valutazione al prossimo incontro.
Rispetto ai criteri di assunzione abbiamo dichiarato che, pur non essendo nostra volontà decidere chi sarà assunto, riteniamo necessario individuare una griglia di criteri oggettivi che impediscano  elementi di discrezionalità e clientelismo che purtroppo pur in una situazione gravissima come quella attuale hanno continuato ad esserci come se nulla fosse (stiamo elaborando una proposta in tal senso a partire da un criterio di età anagrafica e carichi familiari). Ciò anche per chiarire che la selezione per le assunzioni deve esser fatta sulla platea più ampia possibile di lavoratrici e lavoratori e non esclusivamente su quelli visibili ad oggi nel ramo di attività.
Considerata poi la richiesta di riduzione del costo del lavoro, abbiamo già comunicato alla TBS la nostra volontà di salvaguardare la contrattazione collettiva.
Come Organizzazione sindacale nel valutare come assolutamente utile ma interlocutorio
l’incontro, abbiamo ribadito che per noi è necessario raggiungere un accordo che risponda ai
bisogni e alle esigenze di tutti i lavoratori di Agile e che, senza misure concrete per il reinserimento
al lavoro e l’accompagnamento alla pensione, nessuna ipotesi di accordo è possibile.
Per questo abbiamo richiesto la Cassa integrazione legata almeno al piano industriale (tre anni, altrimenti a poco vale la garanzia dell’assunzione dalla Cigs se prima della scadenza del piano i lavoratori non ci saranno più) e i FEG (fondi europei globalizzazione), chiarito che non impediscono l’assunzione in TBS, devono contenere progetti e formazione legata alle occasioni concrete di reimpiego dei territori da cui sono elaborati.
Solo valutando nell’insieme le risposte date sarà per noi possibile esprimere un giudizio definitivo e complessivo sulla vertenza. Il prossimo incontro, alla presenza delle aziende, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero del Lavoro e alla presenza di tutte le regioni interessate, sarà l’occasione per una prima concreta valutazione.

FIOM‐CGIL NAZIONALE
Roma, 22 dicembre 2011

38 commenti:

Anonimo ha detto...

Parte 2

Nome? Antonangelo Liori ,ex direttore dell’Unione Sarda, radiato dall’albo giornalisti, appena condannato in appello a 8 anni e 6 mesi per la bancarotta della Cartiera di Arbatax. A
Claudio Massa, un altro del «giro», hanno dato 4 anni. Insieme a Sebastiano Liori (fratello del primo) e altri, è imputato nel processo Eutelia/Agile. Dietro diloro s’allunga l’ombra di Piero Daccò. E qui conviene riannodare il filo dei fatti. La Ti-Cam di Daccò
Il nome della società austriaca Ti-Cam Handels (Ti-Cam)emerge dalle carte dell’inchiesta sul San Raffaele. È uno dei veicoli esteri delle tangenti che i fornitori pagavano per avere appalti. Fernando Lora della Progetti srl aggiunge un particolare fondamentale: «Pensavamo che il denaro andasse alla fondazione Monte Tabor» e invece a fine ottobre a Lugano l’uomo di Daccò gli dice «che tutte quelle società che avevano ricevuto bonifici da Progetti srl facevano capo a Piero Daccò». Dunque anche Ti-Cam. Altro non c’ènelle carte giudiziarie. Ma i registri commerciali di Vienna rilevano che Ti-Camappartiene alla cipriota Intercam Overseas. Del resto Daccò non ci mette la firma, si muove silenzioso e clandestino come un sottomarino. La cipriota Intercam è nel perimetro societario di Cam Group International, con base a Lugano. Se ne deduce che se la Ti-Cam «fa capo» al faccendiere amico di Roberto Formigoni anche il gruppo Cam è riconducibile a Daccò. Non è un caso, allora, che la sede principale di Cam Group sia a Lugano in via Peri 17dove fino a pochi mesi fa c’era la Iuvans, storica holding di Daccò. L’una(Iuvans) e l’altro (Cam Group) sono gestiti dallo svizzero Fabio Parini.

Piazza Affari e il Congo
Fu proprio la Ti-Cam nelmarzo del 2009 ad acquisire il controllo (con l’impegno a versare 12 milioni) di una società quotata in Borsa e in grave crisi: la Omnia Network (call center). In pista per gli svizzeri c’era Sebastiano Liori che divenne vicepresidente di Omnia Network. I 12 milioni nessuno li vide, Ti-Cam si defilò di lì a poco ma nel frattempo il lavoro sporco dei licenziamenti era stato fatto. Il periodo? Marzo-settembre 2009, stesso lasso di tempo delle fatture incassate dal fornitore del San Raffaele. È in quei mesi (maggio 2009) che Ti-Cam tenta l’assalto alle Carrozzerie Bertone, altra azienda in difficoltà. In cordata c’è il finanziere Domenico Reviglio e la RoyalSoparfi del Lussemburgo. Strana e folkloristica compagine: Royal Soparfi era di un cittadino del Congo. L’affare non va in porto.

Anonimo ha detto...

Parte 3


Obiettivo Eutelia
Nel frattempo un certo Claudio Massa tentava affari come «rappresentante della multinazionale svizzera Cam Group». E a giugno 2009,insieme a Liori (l’emissario di Ti-Cam in Omnia Network), rileva Agile-Eutelia
(2.000 dipendenti), dove è concentrata l’attività di information technology del gruppo toscano della famiglia Landi, quotato e prossimo al crac.
Massa e Liori, referenti di Ti-Cam e Cam Group, lavorano per una nebulosa societaria che acquista anche Phonemedia, Videonline 2 e altre aziende di callcenter. La catena societaria parte da uno scantinato di Londra, passa per una finanziaria (Libeccio) con ufficio all’area partenze dell’aeroporto di Cagliari e finisce in Omega. Curiosa società Omega: a venderla alla «nebulosa» è Pio Piccini, diventato supertestimone nell’inchiesta sul «sistema» Morichini(presunti finanziamenti al Pd); poi quando Massa & C. si defilano, la gestione passa a Domenico Lo Jucco
, ex tesoriere di Forza Italia. Massa e Liori hanno traccheggiato per mesi (sempre gli stessi del 2009), serviti per licenziare, non pagare stipendi nè contributi, dissipare, frodare.

Spaccio e fatture
Omega è fallita, Libeccio fallita, Videonline fallita, Seteco(ex Omnia Network) fallita, Cartiera di Arbatax fallita da anni, Eutelia e Agile in amministrazione straordinaria. Massa è stato arrestato per Agile e Phonemedia, condannato per Arbatax, con Liori è a processo per Eutelia.Incerti del mestiere. Intanto tra Vienna e Lugano la centrale di spaccio di fatture false, la fabbrica del nero, prosperava alla faccia della crisi,incredibilmente indisturbata. Uno shopping center imperdibile per gli appassionati di evasione fiscale. (Al 4 di Börseplatz a Vienna risiedeva anche la Fibet, affiliata a Ti-Cam, che fece da sponda per l’evasione fiscale di 59 tra promotori e clienti di Banca Mediolanum).

Anonimo ha detto...

Parte 1

Milano - Dal San Raffaele ai callcenter: Daccò e la fabbrica dei crac
di Mario Gerevini Simona Ravizza
da corriere della sera
Una scalata in Borsa con la holding delle operazioni in nero
MILANO — Bisogna mettere insieme frammenti di tante vicende per costruire ilquadro complessivo. Nelle carte giudiziarie note c’è poco, solo una traccia, ilnome di una società su cui transitavano le «stecche» pagate dai fornitori del
San Raffaele
: la
Ti-Cam Handels
di Vienna. Per capirne di più bisognaandare proprio a Vienna in Börseplatz 4 e a Lugano in via Peri 17. Alla fine sivedrà come il crac di
Eutelia
e di centinaia di call center, il tentativo di scalataa una società in Borsa, un’offerta d’acquisto per la Bertone, il fallimento dellaCartiera di Arbatax siano storie che lambiscono il mondo di finanziarie estere,consulenti e fiduciari che risucchiavano il «nero» del San Raffaele. Anzi c’è unfilo comune, e lì in mezzo ci sta una sconosciuta multinazionale,
Cam GroupInternational
, sedi in quattro continenti ma pochi affari, quasi servisse dacopertura. Indizi e testimonianze la riconducono a
Piero Daccò
, il faccendierevicino a Cl indagato insieme ad altri per bancarotta e associazione a delinquerenell’inchiesta sull’ospedale di
don Luigi Verzé
.
La cricca del crac
Il gruppo aveva emissari in Italia, «professionisti » (gentepiù volte arrestata e condannata) con il pallino dell’information technology.Specializzati nel lavoro sporco. Arrivano carichi di promesse, se ne vannolasciando le macerie di società fallite. Spiccata preferenza per call center esocietà di tlc in crisi.
Eutelia, Phonemedia e la quotata Omnia Network
trale vittime. È la cricca dei crac. Legati alla
Ti-Cam Handels
(Vienna, Börseplatz4) e
Cam Group International
(Lugano via Peri 17). Avvoltoi del mercato,ricchi e sprezzanti: «Se anche l’azienda fallisce — diceva uno di loro al telefono—io continuo ad avere autista, villa ed elicottero».

Anonimo ha detto...

Parte 1

Milano - Dal San Raffaele ai callcenter: Daccò e la fabbrica dei crac
di Mario Gerevini Simona Ravizza
da corriere della sera
Una scalata in Borsa con la holding delle operazioni in nero
MILANO — Bisogna mettere insieme frammenti di tante vicende per costruire ilquadro complessivo. Nelle carte giudiziarie note c’è poco, solo una traccia, ilnome di una società su cui transitavano le «stecche» pagate dai fornitori del
San Raffaele
: la
Ti-Cam Handels
di Vienna. Per capirne di più bisognaandare proprio a Vienna in Börseplatz 4 e a Lugano in via Peri 17. Alla fine sivedrà come il crac di
Eutelia
e di centinaia di call center, il tentativo di scalataa una società in Borsa, un’offerta d’acquisto per la Bertone, il fallimento dellaCartiera di Arbatax siano storie che lambiscono il mondo di finanziarie estere,consulenti e fiduciari che risucchiavano il «nero» del San Raffaele. Anzi c’è unfilo comune, e lì in mezzo ci sta una sconosciuta multinazionale,
Cam GroupInternational
, sedi in quattro continenti ma pochi affari, quasi servisse dacopertura. Indizi e testimonianze la riconducono a
Piero Daccò
, il faccendierevicino a Cl indagato insieme ad altri per bancarotta e associazione a delinquerenell’inchiesta sull’ospedale di
don Luigi Verzé
.
La cricca del crac
Il gruppo aveva emissari in Italia, «professionisti » (gentepiù volte arrestata e condannata) con il pallino dell’information technology.Specializzati nel lavoro sporco. Arrivano carichi di promesse, se ne vannolasciando le macerie di società fallite. Spiccata preferenza per call center esocietà di tlc in crisi.
Eutelia, Phonemedia e la quotata Omnia Network
trale vittime. È la cricca dei crac. Legati alla
Ti-Cam Handels
(Vienna, Börseplatz4) e
Cam Group International
(Lugano via Peri 17). Avvoltoi del mercato,ricchi e sprezzanti: «Se anche l’azienda fallisce — diceva uno di loro al telefono—io continuo ad avere autista, villa ed elicottero».

Anonimo ha detto...

Senza polemica e offesa per nessuno. Ma quelli che a volte copiano e incollano lunghissimi testi, non possono inserire solo il link al documento copiato aggiungendo solo il loro commento? La leggibilità di questo blog ne guadagnerebbe. Buon Natale a tutti e speriamo in un migliore 2012 sempre per tutti.

Anonimo ha detto...

Se TBS acquista una parte di Agile (e di dipendenti) perche' per i settori che possono avere un futuro non si prende in considerazione il


"leverage buy out

l’azienda è sana, assicura profitti. E chi la manda avanti così bene?
I dipendenti. L’azienda sta in piedi per loro.
Potrebbe continuare a stare in piedi anche senza i padroni."

Meditate gente, meditate.

Anonimo ha detto...

Per questo abbiamo richiesto la Cassa integrazione legata almeno al piano industriale (tre anni, altrimenti a poco vale la garanzia dell’assunzione dalla Cigs se prima della scadenza del piano i lavoratori non ci saranno più)
---------------------------------
Con 3 anni di cigs e 3 anni di mobilità forse molti riescono ancora a raggiungere i 42 anni per andare in pensione. Se le regioni ci aiutano con progetti tipo Tribunali possiamo cercare di tirare avanti, in attesa di tempi migliori.....

Anonimo ha detto...

Se TBS acquista una parte di Agile (e di dipendenti) perche' per i settori che possono avere un futuro non si prende in considerazione il


"leverage buy out
----------------------------------
puoi spiegarti meglio??

Anonimo ha detto...

Forse intendeva questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Leveraged_buyout

Anonimo ha detto...

Forse intendeva questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Leveraged_buyout
>>>>>
Ma non è la tcnica dei Landi?Prima ha assunto i dipendenti Getronics in un nuova società la Eunics, e dopo c'è stata la fusione in Eutelia, con quello che sappiamo.

Anonimo ha detto...

Leverage buyout in questa situazione? Strozzate! Buon Natale.

Benito ha detto...

Basta con i baby pensionati

Anonimo ha detto...

a Natale siamo tutti piu buoni perciò.......

ai LADRI, TRUFFATORI ed anche ai COMMISSARI buone feste

Anonimo ha detto...

Per questo abbiamo richiesto la Cassa integrazione legata almeno al piano industriale (tre anni, altrimenti a poco vale la garanzia dell’assunzione dalla Cigs se prima della scadenza del piano i lavoratori non ci saranno più)
---------------------------------

e quand'è che ci daranno una risposta?........

Anonimo ha detto...

Se si pensa che in Italia abbiamo eletto eroi dell' anno un calciatore ed un controllore della legalita' incorruttibile solo perche' hanno fatto gli onesti e' tutto detto.
Speriamo che anche il passaggio a nuova azienda sia trasparente e gestito per meritrocrazia e non per i soliti noti che fanno i nomi degli eletti che sono poi sempre gli stessi che ci hanno portato alla rovina e hanno puppato fino all' ultimo avete rotto basta.
Buon natale tanto oramai non ci resta che aspettare perennemente che ci restituiscano la dignita' come minimo da sto' mondo di ladri.
Speriamo nel 2012 fiduciosi perche' io sono un tipo ottimista anche se me la sono sempre presa nel cu.o.
Cambiera' il vento?
Mah

Anonimo ha detto...

capo medico ospedialiero del policlinico dal 01/01/2012 è in pensione con circa 4800,00 euro al mese; in regalo dal 01/01/2012 è asunto con contrattro ad personam come consulente e responsabile informatico sempre dal policlinico con altri 5000,00 euro al mese.
Tutto alla luce del sole ,è legale,nessuno può fare nulla.
QUESTA è L'ITALIA

Anonimo ha detto...

E questa la chiama crisi la Fiom.
Avete lasciato il nostro destino a dei criminali...
Fiom brucerai!

Anonimo ha detto...

I Commissari daranno Eutelia (e la sua rete) a Flynet (quindi di nuovo i Landi) e non a Cloud Italia. Ma guarda un po'...prima li arrestano e poi gli danno il premio. Questa e' l'Italia mafiosetta.

Anonimo ha detto...

Flynet? E chi lo dice?

Anonimo ha detto...

Michel Martone e le “strane deleghe”
ricevute dal ministro Fornero

Dietro la dicitura "funzioni particolari" si nasconde molto di più. Il viceministro si dovrà occupare di occupazione giovanile e soprattuto dovrà centellinare gli ammortizzatori sociali nelle trattative coi sindacati. Ma "dell'uomo di Brunetta" si parla come possibile estensore della riforma del lavoro
Ad maiora semper. Mai antico adagio latino fu più adatto a descrivere la carriera del professor Michel Martone, già il più giovane ordinario d’Italia a 35 anni. Un mese fa è stato nominato viceministro di Elsa Fornero, al Welfare. Ma solo nel Consiglio dei ministri di ieri Martone ha avuto le deleghe, cioè è stato definito l’ambito delle sue competenze. La delega è apparentemente un po ’ vaga: “funzioni particolari”. Ma dietro l’etichetta potrebbe nascondersi molto di più.

MARTONE SARÀ colui che, d’ora in poi, seguirà, sempre su delega del ministro, le più spinose trattative sindacali e che si occuperà anche di disciplinare (meglio, centellinare) il ricorso agli ammortizzatori sociali. Insomma, una delega pesante, al momento non nota ai sindacati che, tuttavia, presto se lo troveranno davanti nei tavoli più spinosi aperti dalla crisi. Oltre a questo, Martone ha anche ricevuto l’incarico di occuparsi delle “politiche dell’occupazione giovanile”, uno dei temi di cui si è più occupato e che, nelle intenzioni, dovrebbe essere centrale nella fase due del governo Monti. Ad maiora, si diceva. Perché il giovane viceministro del Lavoro sembra davvero proiettato, con queste deleghe nuove di zecca, verso più alti traguardi. Di lui, infatti, si parla già come il possibile estensore (lui preferirebbe ombra) di quella riforma del lavoro che dovrebbe diventare forse il fiore all’occhiello non solo del mandato del governo Monti, ma anche della stessa ministra Fornero. E sicuramente sarà fonte di parecchie tensioni con i sindacati e i partiti (in particolare il Pd). Classificato come “uomo di Renato Brunetta” (perché suo consulente), ma ben visto anche da Maurizio Sacconi ed Enrico Letta.

Anonimo ha detto...

Per questo abbiamo richiesto la Cassa integrazione legata almeno al piano industriale (tre anni, altrimenti a poco vale la garanzia dell’assunzione dalla Cigs se prima della scadenza del piano i lavoratori non ci saranno più)
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e quand'è che ci daranno una risposta?........
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Mi associo: a quando una risposta?
Mica aspetteranno qualche giorno prima della scadenza della cigs!!!

Anonimo ha detto...

I Commissari daranno Eutelia (e la sua rete) a Flynet (quindi di nuovo i Landi) e non a Cloud Italia. Ma guarda un po'...prima li arrestano e poi gli danno il premio. Questa e' l'Italia mafiosetta.


Fonte della notizia???

Il MISE non risulta che abbia ancora comunicato ufficialmente l'esito della gara per la vendita di Eutelia.

Notizie ufficiose davano i Commissari abbastanza scocciati dall'offerta di Cloud di soli 12,5 milioni di euro, quindi ritenuta largamente insufficiente, tanto da pensare di fare un nuovo bando gara.

Anonimo ha detto...

Per questo abbiamo richiesto la Cassa integrazione legata almeno al piano industriale (tre anni, altrimenti a poco vale la garanzia dell’assunzione dalla Cigs se prima della scadenza del piano i lavoratori non ci saranno più)
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e quand'è che ci daranno una risposta?........
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Mi associo: a quando una risposta?
Mica aspetteranno qualche giorno prima della scadenza della cigs!!!



Il 3 gennaio se ci sara' la convocazione al MISE, o in una data successiva di gennaio 2012, quando sara' presentata l'offerta nel suo complessivo.

Anonimo ha detto...

Notizie ufficiose davano i Commissari abbastanza scocciati dall'offerta di Cloud di soli 12,5 milioni di euro, quindi ritenuta largamente insufficiente, tanto da pensare di fare un nuovo bando gara.
>>>>>>>>>>>
E perchè l'offerta TBS per Agile con tutti i paetti del caso dovrebbe essere sufficiente?

Anonimo ha detto...

Notizie ufficiose davano i Commissari abbastanza scocciati dall'offerta di Cloud di soli 12,5 milioni di euro, quindi ritenuta largamente insufficiente, tanto da pensare di fare un nuovo bando gara.
>>>>>>>>>>>
E perchè l'offerta TBS per Agile con tutti i paletti del caso dovrebbe essere sufficiente?




Per Eutelia si sempre parlato della rete come di un asset del valore di 80-100 milioni di euro.
Oltre tutto Eutelia con gli ultimi bilanci semestrali ha dimostrato di reggersi e poter continuare ad operare.
Non ricordo di aver mai visto una valutazione degli asset di Agile, ne conosco l'analisi di Deloitte al riguardo.
Voci incontrollate e di fonte incerta hanno sempre parlato di Agile come prossima al fallimento.

Anonimo ha detto...

Per Eutelia si sempre parlato della rete come di un asset del valore di 80-100 milioni di euro.
Oltre tutto Eutelia con gli ultimi bilanci semestrali ha dimostrato di reggersi e poter continuare ad operare.
Non ricordo di aver mai visto una valutazione degli asset di Agile, ne conosco l'analisi di Deloitte al riguardo.
Voci incontrollate e di fonte incerta hanno sempre parlato di Agile come prossima al fallimento.
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bravo, temino svolto abbastanza bene, un pò povero di contenuti, ma grammaticalmente corretto. 7--

Anonimo ha detto...

l'unico interesse verso agile è qualche commessa ancora in essere, tutto il resto è morto.... eutelia ha immobili e rete pertanto non è confrontabile al vostro dramma... ragà pietra sopra e cercatevi un altro lavoro... saluti!!!!

Anonimo ha detto...

Si tratta di affari. Eutelia ha un valore che agile non ha. Il mercato ha detto TBS per agile, e bisogna accendere un cero a qualche santo, mentre per Eutelia, l'offerta di cloud appare inadeguata, in quanto inferiore agli utili che questa produce in un anno. È così e basta. Inutile prendersela con Eutelia, che se non fosse stata sotto i Landi oggi varrebbe più di fastweb.

Anonimo ha detto...

l'unico interesse verso agile è qualche commessa ancora in essere, tutto il resto è morto.... eutelia ha immobili e rete pertanto non è confrontabile al vostro dramma... ragà pietra sopra e cercatevi un altro lavoro... saluti!!!!
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raga? ma come parli, sembri un paninaro

Anonimo ha detto...

I baresi si sentono tranquilli.
Beati loro........Infatti ultimamente non si fanno sentire..

Anonimo ha detto...

Perche in Puglia ci sono i piu' bravi per non dire i migliori!!!!
Poi abbiamo delle colleghe molto belle!!!!
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E organizzate anche dei bunga-bunga con Tarantini e Frisullo?
::::::::::::::::::::::::::::
se vieni a Bari lo organizziamo con te!
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Ovviamente per rispetto di ospitalita',avrai l'onore di fare il capo-trenino...

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ok pero' andro' in retromarcia; quindi fai attenzione !
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In retromarcia sentirai la pressione di tutto il trenino...
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I baresi si sentono tranquilli.
Beati loro........Infatti ultimamente non si fanno sentire..
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Puoi fare rotazione con capotrenino di sopra...

Anonimo ha detto...

E allora tutti a Bari!!! Forza gnocca!!!

Anonimo ha detto...

Nuove assunzioni a Bari: patrizia daddario agli affari generali.

Anonimo ha detto...

CRONACA AREZZO pag. 6

Eutelia, un altro concorrente: «Noi vogliamo il concordato»

IL GRUPPO CONTESO SI FA AVANTI FLYNET PRONTO A COSTUIRE LA SOCIETÀ «TERRA». IL LEGALE: «MA I LANDI NON C'ENTRANO»
CASO EUTELIA Tutto sembrava pronto per scrivere la parola fine sulla vicenda, ma improvvisamente si fa largo, scompaginando il gruppo dei pretendenti, un'azienda aretina che fa uscire dal cassetto una nuova proposta
È UN FULMINE a ciel sereno, quello che si è abbattuto sul caso Eutelia, a pochi giorni dall'ufficializzazione dell'acquirente selezionato dai tre commissari straordinari. Tutto sembrava pronto per scrivere la parola fine sulla vicenda, ma improvvisamente si fa largo, scompaginando il gruppo dei pretendenti, un'azienda aretina che fa uscire dal cassetto una nuova proposta. E lo fa con una lettera inviata ai tre commissari incaricati della procedura di amministrazione straordinaria, l'avvocato Gianluca Parreschi, che opera in nome e per conto di Flynet, decisa ad entrare nella partita con una proposta di concordato, dando vita ad una newco (Terra spa), che acquisterà un rilevante pacchetto di azioni Eutelia spa. Un concordato in grado di soddisfare le seguenti richieste: pagamento integrale dei creditori privilegiati; pagamento integrale dei creditori chirografari mediante conversione del credito in azioni della società; salvaguardia del personale occupato in azienda; mantenimento delle attuali attività industriale e sviluppo di nuove opportunità; valorizzazione delle azioni e in particolare dei piccoli azionisti. Il groviglio legislativo sulla base del quale giunge la proposta merita di essere dipanato con attenzione e una buona dose di cautela, mettendo assieme tanti se e tanti ma. La lunga lettera inviata ai commissari ripercorre i contenuti della disciplina: è proprio la Prodi bis, che contempla la possibilità di proporre un concordato nell'ambito della procedura avviata, una possibilità che tuttavia è da verificare in quanto il legislatore non ha disciplinato nel dettaglio l'istituto, ma si è limitato invece a richiamare le norme sul concordato nella liquidazione coatta amministrativa senza effettuare un coordinamento fra i due istituti. L'AVVOCATO Parreschi scende in campo con armi particolarmente affinate ed afferma che la proposta di concordato può essere presentata anche da un soggetto terzo (com'è appunto Flynet), rispetto all'imprenditore insolvente, soggetto terzo disposto ad acquisire l'attività di impresa (Eutelia) e di accollarsi l'onere «concordatario». Insomma sborsare i soldi. Quella presentata è una richiesta che può arrivare ai commissari fino al momento di chiusura della procedura. L'avvocato annuncia di aver raccolto l'adesione di un gruppo di imprenditori «allo scopo di valutare la possibilità di presentare nei modi e nei tempi opportuni un piano con ristrutturazione per la società Eutelia spa». E' sulla base di queste premesse che «Flynet spa, quale mandataria dei promotori della costituenda newco, sollecita la possibilità di entrare nel data room del gruppo per definire un piano economico e finanziario da «allegare in caso di presentazione della domanda di concordato ristrutturatorio». Piero Scortecci

Anonimo ha detto...

IL GRUPPO CONTESO SI FA AVANTI FLYNET PRONTO A COSTUIRE LA SOCIETÀ «TERRA». IL LEGALE: «MA I LANDI NON C'ENTRANO»
<<<<<<<<<<<<<<<<
Questa proposta ha influenze su Agile?

Anonimo ha detto...

comunque vada a finire la vicenda io aspetto sempre il ritorno del "pirata".quando si sarà stancato di dubai o quando avrà il coraggio di farsi vedere (codardo) saremo in molti a dargli il benvenuto.

Anonimo ha detto...

mercoledì 28 dicembre 2011
Il Fondo italiano entra nel capitale di Tbs Group

Il Fondo italiano di investimento si affiancherà alle Generali come nuovo socio stabile di Tbs Group, la società triestina guidata da Diego Bravar leader nei servizi di ingegneria clinica. Il fondo di partecipazioni industriali nato nel marzo 2010 per iniziativa del ministero dell’Economia con Confindustria, Abi e le principali banche italiane, entrerà nellacompagine azionaria di Tbs Group (gruppo presente già in una dozzina di Paesi) «per sostenerne l’internazionalizzazione ». L’accordo prevede che il Fondo investa in Tbs 20 milioni di euro. In prima battuta è prevista la sottoscrizione diun aumento di capitale riservato da 10 milioni di euro al prezzo di 1,8 euro per azione. IlFondo acquisirà così il 13,17% del capitale sociale post aumento, dietro le Generali che hanno il 18,27%. Gli accordi prevedono che in seguito la società presieduta da Marco Vitale (ad è Marco Cappellini) sottoscriverà un prestito obbligazionario convertibile per un importo complessivo di circa 10 milioni di euro. La conversione, da esercitare in tutto o in parte entro il 31 dicembre 2014, avverrà in azioni ordinarie Tbs Group di nuova emissione in ragione di un’azione per ogni obbligazione convertita. Se il Fondo eserciterà in toto il diritto di conversione si ritroverà ad avere il 21,2% diventando così il primo socio stabile di Tbs Group che nel 2010 ha registrato ricavi per 190,7 milioni di euro e un utile di 5,6 milioni: «Vogliamo crescere per linee esterne e stiamo perfezionando nuove acquisizioni da perfezionarsi nei prossimi tre anni in Usa, Europa e Asia, mercato dove siamoentrati da poco. Consideriamo il Fondo italiano come un importante socio stabile che accompagnerà il nostro sviluppo», afferma l’adDiego Bravar. L’annuncio dell’accordo ha messole ali al titolo TbsGroup (quotato all’Aim, la Borsa italiana delle Pmi) che ha guadagnato subito l’11% e poi è stato sospeso in asta di volatilità. Di fatto il Fondo italiano sbarca a Trieste stabilizzando con un investimento strategico l’assetto di TbsGroupche contava su un’azionariato molto frastagliato dopo le Generali e il management e con oltre 300 investitori istituzionali. I piani di espansione sono robusti, dopo l’acquisizione di Insiel Mercato a Trieste. Il gruppo di Bravar starebbe puntando all’acquisto di Crest Imaging Solution, società attiva nel business della diagnostica per immagini, una operazione valutata in circa 35 milioni di euro per il 100% dell’azienda. Questa operazione andrebbe nella direzione di riequilibrare le quote di mercato: il fatturato è ancora troppo sbilanciato sull’Italia (vale il 65%) che per il gruppo triestino-osserva Bravar- rappresenta un problema a causa dei tempi incerti di pagamento della pubblicaamministrazione. Sul fronte delle acquisizioni Tbs sta poi valutando Agile, gruppo piemontese da tempo in difficoltà e dove è partita la procedura di vendita da parte dei commissari straordinari: «Siamo interessati alla possibile acquisizione di un ramo d’azienda attivo nella gestione dei sistemi di information technology per la pubblica amministrazione -spiega l’ad che in futuro non esclude la quotazione nel segmento Star e prepara l’espansione nei servizi di telemedicina e telesoccorsoche oggi valgono solo il 20% di un fatturato concentrato soprattutto sull’ingegneria clinica.

Anonimo ha detto...

ho letto questa sera i Vs commenti ...
meno male che c'è qualcuno che ha
ancora voglia di ridere .
Ci hanno rubato un lavoro onesto , la nostra dignità, perchè senza un lavoro e quindi stipendio sei
solo emarginato , quando sarà finita anche il privilegio della cigs , perchè cosi' adesso lo definiscono saremo in mezzo alla strada 1 50-55 anni ,senza lontanamente sperare nella pensione !!
Bene prima di morire spero solo che quache Kamicaze ci renda un po' di giustizia