giovedì 18 marzo 2010

AGILE EX-EUTELIA IL NUOVO CAPO è SODALE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

È un fedelissimo di Forza Italia il nuovo amministratore delegato di Omega, la scatola finanziaria vuota che, a giugno scorso, comprò da Eutelia il suo ramo It, Agile. Lo raccontano i lavoratori stessi, in gran parte provenienti dalla gloriosa Olivetti, e ai quali la notizia è stata comunicata venerdì scorso dai custodi giudiziari che, da gennaio, gestiscono Agile/Eutelia. L'uomo, Domenico Lo Jucco, inizia la sua carriera come manager di Publitalia per poi essere tra i fondatori, insieme a Marcello Dell'Utri, del neonato partito Forza Italia. Nel 1994, primo governo Berlusconi, è stato sottosegretario agli interni, negli anni successivi è stato più volte deputato.La notizia ieri rimbalzava tra un intervento e l'altro, nel corso dell'assemblea pubblica sui temi della crisi - «il parlamento dei lavoratori» improvvisato a piazza Montecitorio contemporaneamente al dibattito parlamentare - organizzata proprio dai lavoratori Agile/Eutelia, che in piazza Montecitorio hanno un presidio permanente dalla scorsa settimana, e dalla Cgil. Che ci fosse un interesse di Mediaset ai 13 mila chilometri di fibra ottica che Eutelia possiede era già un corposo sospetto per molti. La nomina del nuovo amministratore delegato della società - Omega - che fa capo a due fondi inglesi (e che nel 2009 aveva una sterlina a bilancio) suonerebbe a conferma. «E spiegherebbe anche i tanti imbarazzi trapelati nel corso degli incontri tenuti a palazzo Chigi sulla vicenda», commenta anche il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini.I sindacati hanno presentato una richiesta d'insolvenza al tribunale fallimentare di Roma ma il 23 febbraio scorso il tribunale - «sotto pressioni del governo», secondo quanto denunciano i lavoratori - ha rinviato il tutto alla fine di marzo: Omega (10 mila dipendenti circa) ha presentato richiesta di concordato preventivo e, calmatasi la buriana mediatica, è pronta a tornare in pista. Lo confermerebbe, secondo fonti sindacali, anche il pagamento di alcuni stipendi a dipendenti Agile di Cosenza, una trentina di lavoratori circa (mentre tutti i lavoratori non vedono una busta paga da quasi sei mesi). Vicenda a suo modo simbolica, quella di Agile/Eutelia. «Simbolica di cosa sia diventata l'imprenditoria italiana... Una classe truffaldina», dice Roberta Fantozzi (Prc), intervenendo nel presidio di piazza Montecitorio. «Siamo in mano ai banditi», aggiunge Franco Giordano (Sel). «Il parlamento è diventato il Cda di Mediaset», grida il deputato Idv Barbato. La scorsa settimana i lavoratori e le lavoratrici ex Eutelia sono entrati alla Camera mentre in aula c'era dibattito: «Abbiamo sentito di cosa si parla lì dentro - spiega la delegata Alessandra Carnicella - così ci è venuta l'idea di fare un parlamento alternativo per una volta». Protagonisti di questo parlamento d'eccezione alcune centinaia di lavoratori provenienti da varie realtà travolte dalla crisi. Un buon esempio, con le loro cronache in presa diretta, di come si potrebbe fare (e non si fa) un po' di politica industriale. Storie di multinazionali - come i russi di Severstal che ora vogliono vendere le acciaierie di Piombino - che vengono, saccheggiano, e fuggono. Storie di solitudini della piccola impresa italiana. Storie di privatizzazioni, passate (come Telecom) o prossime venture (come nel caso di Tirrenia) all'italiana. Storie infine di settori, come il tessile e il manifatturiero, letteralmente travolti dalla crisi e da una colpevole assenza di politica. Totale: «160 tavoli di crisi aperti al ministero della attività produttive, l'uno scollegato dall'altro», sintetizza l'ex ministro Cesare Damiano. Ma al parlamento del lavoro, saranno le elezioni che incombono, hanno partecipato ieri i politici di tutti gli schieramenti di «opposizione»: Pd, Idv, Prc e Sel. Poco prima di entrare in aula (quella vera) per il dibattito si ferma anche Pierluigi Bersani: «Loro (il governo ndr) hanno l'orecchio su quelli che ce la fanno, quelli che stanno al caldo, noi dobbiamo averlo anche su quelli che non ce la fanno o rischiano di non farcela... Se no non c'è Italia». Le proposte del Pd si articolano sulle due questioni, il sostegno al reddito e la politica industriale. Conclude Gianni Rinaldini (Fiom): «Siamo alla fase peggiore della crisi per quanto riguarda i livelli occupazionali e alle forza politiche qui presenti chiediamo, anche una volta finita la campagna elettorale, di mettere al centro le questioni che partono dal lavoro e dalla crisi.. La tensione sociale non potrà che crescere».

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Guardate chi ha la faccia tosta di firmare la petizione. Incredibile!

...
17/3/10
720. Emiliano Valente (non verificato)
Sottoscrivo questa petizione
17/3/10
719. Adele Labella (non verificato)
Sottoscrivo questa petizione
17/3/10
718. Sebastiano Liori
Sottoscrivo questa petizione
17/3/10
717. marta caruso (non verificato)
Sottoscrivo questa petizione
17/3/10
716. Claudio Marcello Massa
Sottoscrivo questa petizione
17/3/10
...

Anonimo ha detto...

ah ah ah suma bin ciapà

Anonimo ha detto...

La petizione dovrebbe essere sostenuta ufficialmente da tutte le organizzazioni sindacali, non solo dalla FIOM. Tutti uniti.

Anonimo ha detto...

siamo a cavallo finalmente e' arrivato L U I

Anonimo ha detto...

San Marino nel mirino del Fisco.

Il Fisco marcherà stretto i contribuenti che fanno affari con San Marino. I soggetti con partita Iva che hanno scambi con la piccola repubblica del Titano entrano nel mirino del fisco: dovranno comunicare al fisco i dati dell'operazione con cadenza mensile. Solo chi ha operazioni per un volume d'affari inferiore a 50.000 euro potrà inviare telematicamente i dati ogni tre mesi.

(19 marzo 2010) Repubblica

Anonimo ha detto...

i lavoratori di Alcoa hanno scongiurato la disoccupazione per almeno il biennio 2010 2012.
Solo noi non siamo
riusciti a fare questo,qui è avvenuta una discriminazione irrazionale dettata da falsi motivi economici,invece solo speculativi,che non fa ben sperare neanche sui futuri prossimi investimenti di questi managers che di economia,intesa come lavoro e forza produttiva, che porta benessere non solo a loro ma anche al popolo, non fa comodo avere le idee chiare.In Italia per ora, il potere e la ricchezza è in mano a pochi ma anche questo non lascia ben sperare perchè le rivoluzioni iniziano sempre così.

Anonimo ha detto...

Ancora Libeccio, Restform e compagnia cantante ....

http://www.trasportoeuropa.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3720

....quando il commissario straordinario ha convocato i rappresentanti sindacali, per illustrare la proposta di IMP Defendini riguardo all'acquisto di Sogester....

La Impeco Cargo International Defendini Srl ha un capitale sociale di 10mila euro, 8mila dei quali sottoscritti dalla Libeccio Srl. Quest'ultima ha sede a Milano e risulta intestata (a titolo d'intestazione fiduciaria) a due società britanniche: Anglo Corporate Management Limited e Restform Limited di Londra....

Anonimo ha detto...

Ancora Libeccio ....

http://www.primocanale.it


Manovre ferroviarie, lavoratori su piede di guerra
17/12/2009 11:02
» Commenta la News
I lavoratori della Ferport, l'azienda delle manovre ferroviarie del porto di Genova in liquidazione, sono di nuovo sul piede di guerra per la gara per la gestione del servizio: l’unico partecipante, assegnazione a fine gennaio, è l’associazione temperanea di impresa composta da Defendini e Impeco Cargo. “Riteniamo l’associazione temporanea di impresa – dicono i sindacati - un soggetto non idoneo a garantire una corretta gestione di una situazione difficile come quella che si presenterà" dicono i sindacati che lamentano anche il fatto che in altre realtà nazionali certe aziende collegate all'Ati e la stessa Defendini abbiano problemi a pagare gli stipendi. Chiedono alle istituzioni di vigilare sul soggetto che "si sta inspiegabilmente per aggiudicare la gara e che garantiscano i lavoratori" nel caso in cui si manifestassero problemi.

F E R M A T E L I !

Anonimo ha detto...

PORTO DI GENOVA: DOCUMENTO DELLA RSA DI FERPORT0


"...Vogliamo in aggiunta far presente a tutti la nostra preoccupazione per quanto apprendiamo su giornali e televisioni nazionali a proposito del soggetto in questione. Una parte dell’A.T.I. è infatti direttamente collegata ad aziende come la Omega, Eutelia e Agile che da tempo non pagano gli stipendi ai lavoratori incamerando anche gli accantonamenti maturati in anni di lavoro e lo stesso Defendini, come risulta da comunicati sindacali delle OO.SS. nazionali e di altre regioni ha problemi nel garantire il pagamento degli stessi.
Non riusciamo a capire come sia possibile che l’Autorità portuale non si ponga il problema di assegnare il servizio a simili soggetti ...."

Spettabili autorita': errare e' burocratico, perseverare e' politco.

Anonimo ha detto...

Vorrei ricevere il CUD e i cedolini mancanti del 2009?
Non costa nulla e darebbe impiego.

Anonimo ha detto...

NON VORRESTI.

DEVONO E RIPETO DEVONO FARCI AVERE IL CUD e i cedolini mancanti del 2009.

Vedete di sbrigarvi anche a farceli avere.

Anonimo ha detto...

ALTRIMENTI GLI ANDIAMO A FARE UN CULO COSI' AI CUSTODI

Anonimo ha detto...

FIRMATE e FATE FIRMARE !!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ma insomma ,colleghi dove siete!!!?
Ad oggi dopo 6 giorni le firme superano a malapena il nostro numero!
Solo io,tra i miei amici e i miei figli sul loro posto di lavoro,sono riuscito a raccogliere oltre 50 firme.
Possibile che siamo ancora sotto quota 2000 ??
Datevi da fare,o devo pensare che la maggior parte di voi ha tirato i remi in barca?
NON CI POSSO CREDERE !!!!!!!!!!!!!!
Datevi da fare,rompete le palle a tutti quelli che conoscete come ho fatto io,magari davanti ad un buon bicchiere,vedrete che prima o poi capiscono e firmano
gianfranco

Anonimo ha detto...

QUANTE ATTINENZE CON EUTELIA:

La riduzione degli organici è annunciata nel verbale di cessione del ramo d'azienda alla Ssc
sarà la controllata del gruppo a occuparsi delle procedure di "efficientamento" del personale
Telecom Italia "scarica" il settore It
posto a rischio per duemila dipendenti
Sindacati in allarme: domani sciopero in 17 sedi da Palermo a Venezia
di SALVATORE MANNIRONI


Franco Bernabè, amministratore delegato del gruppo Telecom Italia
ROMA - Si chiama "efficientamento". E' il nuovo eufemismo usato dalle aziende per annunciare riduzioni del personale ed è la parola per cui domani il settore IT di Telecom Italia si fermerà per una giornata di sciopero. I tagli all'organico sono infatti annunciati tra le righe del verbale con il quale Telecom Italia spa annuncia la cessione del proprio ramo d'azienda dell'Information technology alla srl Shared Service center (Ssc), una controllata Telecom con sede romana in via di Tor Pagnotta.

Telecom, spiega il verbale, conserverà le attività di indirizzo e programmazione informatica, mentre passerà a Ssc quelle operative. Ssc, invece, fornirà "servizi informatici all'interno del Gruppo, focalizzandosi esclusivamente sul static dei servizi offerti attraverso strutture che forniscano servizi end to end progressivamente allineati ai best performer del mercato di rifferimento sia in termini di qualità che di costi". Se questo è il progetto, il verbale precisa che "sarà compito di Ssc avviare tutte le iniziative di razionalizzazione dei propri costi industriali, compreso l'efficientamento dell'organico in forza, al fine di conseguire i livelli di competitività necessari".

L'operazione scatterà il primo aprile e coinvolge 2.150 dipendenti Telecom altamente qualificati - sesto e settimo livello e quadri - sparsi nelle sedi di Bari, Bologna, Cagliari, Cesano Maderno, Firenze, Foggia, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pomezia, Roma, Rozzano, Torino, Trento e Venezia. Il timore dei sindacati è che "l'efficientamento" finirà per riguardare centinaia e centinaia - forse ottocento - di questi lavoratori. Per questo è stato proclamato lo sciopero di domani anche se, in un contesto già difficile per il settore, sono le scelte complessive di Telecom Italia a preoccupare il sindacato: "Negli ultimi tre piani industriali - dice Alessandro Genovesi, segretario nazionale Slc Cgil - ha prevalso solo la logica del risparmio: riduzione degli investimenti, svendita di pezzi, come in Germania e Francia, e tagli al costo del lavoro. Il risultato è che dieci anni fa Telecom aveva 120mila dipendenti e oggi ne ha circa 58mila. Soprattutto non si vedono prospettive di rilancio. Anzi, mentre tutto il settore va verso l'integrazione con l'informatica, il potenziamento dei servizi di trasporto e personalizzazione dei contenuti, Telecom sembra andare nella direzione opposta".

Lo sciopero di settore di domani, così, rischia di essere l'inizio di una vertenza più ampia: "Aspettiamo il nuovo piano industriale che dovrebbe arrivare per la fine del mese - conferma Genovesi - . se dovesse confermare questa tendenza all'autodistruzione, sarà inevitabile una risposta ferma, con uno sciopero generale di gruppo"(22 marzo 2010)

Anonimo ha detto...

BASTA !!! CI STANNO VESSANDO IN TUTTI I MODI VEDI INTRA,MAIL,CIGS E NESSUNO CHE CI VUOLE INFORMATE O PARLARE CON LE NOSTRE RAPPRESENTANZE.MA IL POOL AVVOCATI DEL SINDACATO CHE FINA HA FOTTO??QUANTO CI VUOLE PER MUOVERCI ED OPPORRE RESISTENZA AI CUSTODI, ALL'AZIENDA,AL SISTEMA??? COSA DOBBIAMO SUBIRE ANCORA?
SVEGLIAMOCI !!! CI STANNO MASSACRANDO PIANO PIANO MA SENZA PIETA'!! CONDIVIDO IN PIENO IL COMUNICATO DI NAPOLI AVVOCATI SVEGLIA OPPURE DITECI SE CI DOBBIAMO AFFIDARE A QUELLI PRIVATI!! AIUTOOOOO !!!!

Anonimo ha detto...

Nella relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 si legge: "...alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi) trovano appoggi e finanziamenti al di la’ di ogni merito creditizio...". Le due grandi banche, infatti, che danno credito a Berlusconi sono la Banca Nazionale del Lavoro e il Monte dei Paschi di Siena, dove durante gli anni ‘70 la P2 e’ piu’ attiva. Il Monte dei Paschi concede tra il ‘70 e il ‘79 70 miliardi di mutui fondiari a Berlusconi a tassi fra il 9 e il 9,5%.

Anonimo ha detto...

Il motivo per il quale i colleghi non sono andanti in cigs è che devono far ripartire l'azienda dando lavoro poi agli altri colleghi che sono invece stati messi in cassa.
E' proprio sulla base di questo che i nostri colleghi non in cigs si devono sentote responsabili di tante famiglie specialmente monoreddito che devono campare con meno di 1000 euro al mese (quando poi li avremo) ed invito quindi tutti a mandare periodicamente spesso una email al priprio diretto capo ed al suo superiore chiedendo a che punto è la "ripartenza" e se ci sono possibilità di reinserimento.

Anonimo ha detto...

BASTA !! CHIUDIAMO DI NUOVO TUTTO L'ACCESSO ALLA SEDE DI VIA BONA E COSTRINGIAMO I CUSTODI A PARLARE CON LE NOSTRE RSU VISTO CHE NON CI STANNO DANDO RETTA....ANZI STANNO PARLANDO CON LA FEDERMANAGER E LA NOSTRA DIRIGENZA CHE DI CERTO LAVORA PER IL PADRONE...E NOI???
LOTTA DURA SENZA PAURA!!

Anonimo ha detto...

Chi è stato messo in cassa?
Io non ho ricevuto alcuna notifica.
Non vedo l'ora di tornare a lavoro.

Anonimo ha detto...

Le lettere di CIGS non ancora devono arrivare, perchè nelle varie sedi i capi e capetti stanno decindendo a chi salvare il didietro.
Penso che in questa settimana massimo la prossima comincerano ad arrivare le lettere.

Anonimo ha detto...

Le lettere di CIGS non ancora devono arrivare, perchè nelle varie sedi i capi e capetti stanno decindendo a chi salvare il didietro.
Penso che in questa settimana massimo la prossima comincerano ad arrivare le lettere.


Ma in cigs non vanno i sospesi?
O saranno messi alcuni tra i non sospesi?

Anonimo ha detto...

Secondo me quelli non sospesi rimarrano tali, a parte qualche caso eccezionale....insomma persone che possono andare in prepensionamento.
Mentre altre persone in sospensione potrebbero ritornare a lavorare. Ma stiamo parlando di pochissime persone.
Ricordiamoci che le 1089 casse richieste è il numero massimo entro il quale ci si puo muovere e quindi non è detto che verranno adoperate tutte

Anonimo ha detto...

Ma allora perchè dici che:

...nelle varie sedi i capi e capetti stanno decindendo a chi salvare il didietro....

visto che i spospesi rimarrano tali?

Anonimo ha detto...

L'IT è in forte crisi, purtroppo.
Perchè non pensare ad uno spostamento di dipendenti in CIG in aziende anche non ICT ?