Arezzo, 18 settembre 2015 - Galeotto Amedeo Matacena e le sue interviste. L'armatore reggino condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (quello la cui moglie ha coinvolto, con i suoi occhioni dolci, anche l'ex ministro Claudio Scaiola) continuava a vantarsi della sua latitanza a Dubai dove non c'era l'estradizione e alla fine l'estradizione gliela hanno confezionata su misura. Coinvolgendo anche l'aretino Samuele Landi, il cui esilio dorato nella metropoli araba è adesso a forte rischio.
Mercoledì, il ministro della giustizia Andrea Orlando è volato a Dubai e ha firmato un accordo di cooperazione giudiziaria in cui le vicende penali dell'ex Ad di Eutelia rientrano alla perfezione: i due paesi si impegnano a collaborare reciprocamente, e a consegnarsi i rispettivi latitanti, sia per quanto riguarda le condanne definitive che per le inchieste e i processi ancora in corso. Samuele di condanne (non definitive ma solo di primo grado) ne ha già due: nove anni lo scorso aprile al tribunale di Arezzo e sei a quello di Roma per il filone Agile. Più ci sono due ordini di custodia cautelare a suo tempo emessi su richiesta delle procure di Roma (ancora Agile) e Arezzo (crac principale).
Orlando ha chiesto che il trattato sia immediatamente esecutivo, prima ancora della ratifica dei rispettivi parlamenti, altrimenti Matacena, Landi e gli altri nella stessa situazione hanno tempo fino all'approvazione per cercarsi una sistemazione in qualche paradiso, non fiscale ma legale. Comunque sia, il cerchio si stringe, la latitanza dell'ex Ad di Eutelia, sulla quale pareva non dovesse mai tramontare il sole, è adesso un Everest che bisogna ricominciare a scalare. Anche perchè in procura la notizia dell'accordo è già arrivata sotto forma di lancio di agenzia. Si aspetta il testo ufficiale per decidere se procedere con la richiesta di estradizione. Ma tutto lascia pensare che sarà così.