giovedì 20 giugno 2013

Nuvola/Libri – Il (nostro) smarrimento nel “tempo senza lavoro”

“Avere un posto di lavoro è anche avere un posto nel mondo”: perderlo, al contrario, significa veder vacillare la propria identità, le relazioni con gli altri, il ritmo delle giornate. Raccontare “Il tempo senza lavoro” è la sfida di Massimo Cirri, psicologo e giornalista, conduttore del programma radiofonicoCaterpillar.
La coglie assieme a dodici impiegati di Agile ex Eutelia nel suo ultimo libro che esce per Feltrinelli, proprio quando sta entrando nel vivo il processo di Arezzo contro la famiglia Landi e soci per il crack della società che ha comportato la perdita del lavoro per migliaia di persone.
Un libro realizzato anche attraverso la collaborazione della Scuola di scrittura Holden che riprende i momenti più drammatici della storia dell’azienda, dal mobbing all’occupazione dei luoghi di lavoro, dalla cassa integrazione all’arresto del management. Si ripercorrono così mesi di incertezze, disperazione, disgregazione familiare ma anche riscoperta di sé, grazie al “tempo libero forzato”.
C’è Marina, che nasconde da quasi due anni la propria condizione di cassaintegrata alla madre novantenne: mesi e mesi di bugie, di confidenze mancate, di tranquillità perduta. C’è Enrico, che si rinchiude in casa e inizia a osservare le fenditure nei muri fino a diventarne ossessionato: “la preoccupazione per il lavoro aumentò, e aumentarono anche la crepe nella sua testa”.
Erica, che contesta alla madre impegnata nell’occupazione di averla lasciata da sola con troppe responsabilità, visto che ora tocca a lei prendersi cura del fratello più piccolo a fare lavoretti per portare un po’ di soldi a casa.
Del resto, uno dei principali problemi di questi (ex) lavoratori è proprio il rapporto con i familiari, come racconta Idelma: “Sono sempre più a disagio: loro – le persone che amo di più – non parlano la mia stessa lingua, ed ecco con i colleghi s’instaura un rapporto privilegiato, fatto di percezioni e sensazioni che hanno un comune denominatore; i miei colleghi provano le stesse cose che provo io e non c’è bisogno di fingere, ci si capisce, mi sembra di dare una concretezza e un senso alle parole”.
Ecco perché partecipare attivamente al presidio significa anche ridare un senso alla propria quotidianità, consolidare rapporti con colleghi semi-sconosciuti, sentire di nuovo che si può essere utili, sviluppare perfino nuove competenze.
Perché, come elenca minuziosamente Paola, se è vero che questa esperienza le ha portato cose brutte ( “Il senso di tradimento degli amici che si sono salvati il culo”;“Il timore di non essere più capace”; “Dieci chili di troppo”), ci sono state anche cose belle (“Le manifestazioni come quando era giovane”, “La prospettiva di un’attività lavorativa molto diversa”, “Scoprire nuovi modi di dare valore al suo tempo”, “La fine di tre anni di agonia lavorativa”).

mercoledì 19 giugno 2013

Eutelia, il j'accuse dei commissari. Saitta: "debiti di 413 milioni" Il buco degli aerei aziendali

Daniela Saitta ha poi ricostruito le altre massicce distrazioni di denaro che dai conti Eutelia finivano chissà dove. Dalla C3 alla Mobiland, fino al traffico aereo
Il Pm Roberto Rossi
Il Pm Roberto Rossi

Arezzo, 18 giugno 2013 - Udienza decisiva questa mattina per il caso Eutelia. In scena i commissariche rivelarono la gestione dell'azienda dopo la dichiarazione di insolvenza del giugno 2012 e la conseguente fine dell'era Landi.

A salire sul bancone dei testimone stamani Daniela Saitta, uno dei tre commissari che hanno gestito Eutelia dal fatidico anno 2010, quando venne dichiarata l'insolvenza, fino alla vendita, lo scorso anno, a Cloud Italia.

I numeri sciolinati dalla Saitta fanno impressione. Lei, insieme agli altri commissari, hanno verificato dall'interno quello che la Finanza aveva intuito dall'esterno: un mega crack. di cui  il sintomo più significativo è lo stato passivo di Eutelia, cioè i debiti accertanti, che ammonta a 413 milioni di euro, di cui 200 di debito con lo Stato per imposte non pagate. E poi altre massicce distrazioni di denaro che dai conti Eutelia finivano chissà dove.  La Saitta le ha ricostruite tutte minuziosamente. Dalla C3 alla Mobiland.

Fino alle operazioni relative al traffico aereo. Due mezzi che l'azienda vendette ad una società, la Air Wind,  controllata, guarda un pò, dalla famiglia Landi. Come in un gioco di prestigio, in cui il mago si fa passare la monetina da una tasca all'altra, ben 7 milioni di euro sono circolati dalla cassa Eutelia, alla controllata di famiglia, di cui 2,5 milioni relativi ad un minimo di ore volo garantite, ma mai effettuate.

venerdì 14 giugno 2013

Processo Eutelia, lettera di Samuele Landi da Dubai poi sette ore di udienza

Non era stato ammesso al processo in video conferenza da Dubai, ma lui nel processo voleva comunque dire la sua e lo ha fatto nell’udienza di ieri inviando una lettera di alcune pagine dove ricostruisce dal suo punto di vista alcune delle operazioni contestate. La missiva diretta al collegio die giudici presieduti da Mauro Bilancetti, è stata recapitata dal legale Amedeo di Segni.
L’udienza, nell’aula del Tribunale di Arezzo, è durata circa sette ore durante le quali il protagonista principale è stato il maresciallo della Guardia di Finanza Stefano Menchi, che ha portato avanti le indagini per scoperchiare la pentola del crack Eutelia. Ieri per lui un lungo controinterrogatorio dal parte del legale dei Landi dove ha cercato di smontare le tesi dell’accusa rappresentata dal pm Roberto Rossi.
Poi tutto rinviato alla prossima udienza, martedì 18 giugno. Una tappa fondamentale del processo nella quale saranno sentiti altri tre testimoni come i commissari che furono chiamati dal Ministero, Daniele Saitta, Francesca Pace e Gianluca Vidal.

lunedì 3 giugno 2013

Processo Eutelia, sfilano i testimoni dell'accusa. Prossima udienza a metà giugno

E' entrato nel vivo il processo Eutelia. Oggi una nuova, lunga, udienza del procedimento che vede sul banco degli imputati alcuni componenti della famiglia Landi come Isacco, Angiolo e Samuele (che ormai risiede a Dubai), Leonardo Pizzichi ex dirigente, Giuseppe Maranghi ed alcuni commercialisti.
In aula sono stati ascoltati alcuni testimoni dell'accusa. E' tornato a parlare il maresciallo della Guardia di Finanza che già lo scorso 16 maggio ricostruì la vicenda ripercorrendo le tappe più importanti dell'indagine. Quest'oggi è stato sentito sull'ipotesi di falso in bilancio, accusa sostenuta dal Pm Roberto Rossi, in relazione ad una cessione del traffico telefonico connessa alla società Voiceplus.
Ma il finanziere non è stato l'unico testimone ascoltato. Anche un revisore contabile, la donna che avrebbe scoperto alcune anomalie nei rapporti di Eutelia con alcune società controllate e che denunciò il fatto alle fiamme gialle facendo partire così le indagini, ha risposto a proposito di alcuni bilanci del 2008 e del 2009.
Infine sono stati ascoltati tre dipendenti.
Il procedimento è stato rinviato al 13 giugno, giorno in cui il maresciallo delle fiamme gialle sarà controinterrogato dalla difesa.

Crack Eutelia...il mistero della società Voiceplus

Ufficialmente, Voiceplus era controllata da una società fiduciaria, la Cumbres, ma i finanzieri hanno ritrovato nelle loro verifiche email e fatture che la ricondurrebbero appunto al management di Eutelia


Quando si parla del crack Eutelia i misteri non finiscono mai. Al processo di ieri, il protagonista è stato  il maresciallo Stefano Menchi, della Guardia di Finanza chiamato a ricostruire i presunti illeciti. Nel mirino Voiceplus, società dietro la quale si nasconderebbe quello che fu il managemente di Eutelia, la famiglia Landi. Nel 2005 nella società che fino a quel momento era poco più di una scatola vuota, furono riversatii senza contropartite economiche, la gran parte del traffico telefonico a valore aggiunto, quello dei numeri premium, 199 e simili. Voiceplus, dunque, ebbe una esplosione, con un fatturato che in un solo anno passò da 67 mila euro a 124 milioni e un utile di 23. Ufficialmente, Voiceplus era controllata da una società fiduciaria, la Cumbres, ma i finanzieri hanno ritrovato nelle loro verifiche email e fatture che la ricondurrebbero appunto al management di Eutelia, dai quali partivano gli ordini sulla base dei quali la società era governata.