giovedì 30 aprile 2009

CAMBI AL VERTICE 2 INGRESSI DALLE BANCHE

Pisaneschi è presidente di Antonveneta. Tre Landi nel cda
C'E' UNA LISTA già pronta per l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione di Eutelia.
E’ composta da Leonardo Pizzichi, Andrea Pisaneschi, Raimando Landi, Samuele Landi, Isacco
Landi e Marco Mariotti.
Probabilmente non sarà la sola a presentarsi davanti all’assemblea dei soci di Eutelia, chiamata oggi a soddisfare due impegni: l’approvazione del bilancio 2008 e l’elezione del nuovo vertice del gruppo.
E’ possibile che salga alla ribalta anche una seconda «cordata», ma è certamente la prima, quella su cui punta la maggioranza degli azionisti o almeno la componente più importante, ad ottenere le maggioranza,. è prevedibile che avrà vittoria facile, magari dopo un lungo e acceso dibattito.
Restano nel consiglio tre componenti della famiglia Landi, Raimondo, Isacco e Samuele, ma a loro
si affacciano nomi di spicco, che certamente avranno un ruolo decisivo nella futura governance. Sono Leonardo Pizzichi, presidente del collegio sindacale di Mps Sim, Mps Banca Personale spa, Banca Toscana, ma anche sindaco revisore del Mps e da ieri eletto con nuovi incarichi al vertice della banca senese; anche Andrea Pisaneschi, docente alla Ca’ Foscari è nel consiglio di amministrazione di Mps e presidente Banca Antoveneta spa; Marco Mariotti invece ha alle spalle una carriera in Finital spa, Eutelia e Finanziaria Italiana.
Il consiglio dovrà decidere anche il numero dei componenti, pertanto, all’ultimo momento, la lista potrà essere integrata con presenze aggiuntive.
Questo dichiarano fonti attendibili.

L’USCITA dal «conclave» di Angelo Landi e l’ingresso di qualificate personalità, che hanno legami con la banca senese, lasciano immaginare cambiamenti destinati a favorire le trattative in corso e la definizione di nuove strategie industriali.
Del resto, è quello che si aspetta il «tavolo di crisi», che si riunirà il prossimo 5 maggio al ministero dello sviluppo per verificare le proposte di Eutelia e mettere assieme un piano, capace di salvare posti di lavoro e ridare fiato al gruppo. All’ordine del giorno dell’assemblea dei soci, non
c’è soltanto il rinnovo degli organi, ma anche l’approvazione del bilancio.
IL DOCUMENTO contabile, sul quale si sono puntati i riflettori della società di revisione, che ha evidenziato una serie di osservazioni, dovrà passare al vaglio degli azionisti, ma soprattutto fornirà l’occasione per tracciare una strategia finanziaria in grado di risolvere i problemi gestionali di Eutelia. Pesano i livelli debitori, la decisione di disfarsi del settore It dell’azienda e di mettere in mobilità 1957 dipendenti: un groviglio di difficoltà portate all’esame dei sindacati e del «tavolo di crisi» del ministero, per risolvere le quali, tutte le parti in causa avevano invocato «drastici cambiamenti» negli organi di vertice.

mercoledì 29 aprile 2009

Eutelia, tre mosse per salvare i dipendenti

Le soluzioni contro la maxi-mobilità presentate all’azienda al tavolo di governo

UN PIANO articolato su tre possibili opzioni, quello elaborato dal «tavolo di crisi», istituito presso il ministero dello sviluppo economico e del lavoro, a cui partecipano anche la presidenza del consiglio, le Regioni e le segreterie nazionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, decise a trovare una via d’uscita, in grado di garantire lunga vita ad Eutelia. Al gruppo aretino sono state «indicate» le strade che possono condurre alla soluzione dei molti nodi, occupazionali e gestionali, che hanno investito il gruppo di Calamandrei, indicato nella classifica nazionale dei grandi al quarto posto. Prima soluzione: l’azienda fa marcia indietro e ripresenta un progetto industriale, che consente di garantire l’occupazione ai 1957 dipendenti per i quali è stata chiesta la mobilità. Seconda ipotesi. Eutelia rivede le scelte varate dal consiglio di amministrazione e decide di non disfarsi del settore It. Terza possibilità. Eutelia favorisce la nascita di un nuovo soggetto imprenditoriale, anche sotto forma di «consorzio», che si assume il compito di gestire il comparto It.
Per ottenere questo risultato è però necessario che il gruppo fornisca asset immobiliari, del ramo Tlc e la rete di 13 mila chilometri di fibra ottica, di cui è proprietaria.
Quale strada sarà percorsa dalla proprietà, le quote azionarie di riferimento sono in mano per il 25,745% dalla Finanziaria Italia e alla F. Finanziaria per il 13,432%, è ancora presto per stabilirlo, tutto dipendende dalle soluzioni, che scaturiranno dall’assemblea dei soci, convocata giovedì per l’approvazione del bilancio 2008, e dal consiglio di amministrazione.
E’ un appuntamento decisivo quello fissatio per l’approvazione del bilancio 2008 di Eutelia, sono circa 700 gli azionisti aretini, che detengono quote della società e sono molto interessati al suo futuro
I SINDACATI si chiedono se dopo le burrasche, che hanno investito la società, niente cambierà ai vertici dell’azienda. Dopo gli appuntamenti statutari, il tavolo di crisi si riunirà di nuovo al ministero per acquisire le posizioni della società il prossimo 5 maggio. A Firenze è stata ricevuta ieri, nella sede dell’assessorato al lavoro, una delegazione di lavoratori, nel corso del quale la Regione ha garantito il suo impegno a sostegno della vertenza e dei dipendenti, assieme alle altre Regioni coinvolte. «Metteremo in campo —hanno dichiarato i vertici regionali — tutti i possibili strumenti per impedire la dispersione di un patrimonio di professionalità dai lavoratori toscani nel settore informatico e delle telecomunicazioni».

martedì 28 aprile 2009

EUTELIA E',BRACCIO DI FERRO BARRICATE ANTI-SPEZZATINO

UN FERMO NO all’operazione «spezzatino», quello pronunciato con forza dai sindacati al tavolo di crisi. Il lungo braccio di ferro, che si è protratto fino a notte al ministero, ha lasciato aperte molte incertezze e qualche spiraglio. E’ appeso ad un tenue filo, il destino di Eutelia. Non si gioca più in via Calamandrei, antica sede del gruppo aretino, dove si tracciavano le strategie e decideva lo shopping delle aziende telefoniche, si definisce invece sui tavoli del ministero e in quelli austeri delle aule di giustizia. Una cosa è certa, la vertenza Eutelia ha un respiro nazionale, che sindacati e vertici ministeriali le attribuiscono in vista dei futuri assetti che il settore delle tecnologie It assume nel panorama del Paese, ma non solo. Identica importanza le compete anche per il numero dei dipendenti che rischiano il posto di lavoro a causa del groviglio finanziario e giudiziaro, in cui si muove l’intera vicenda, su cui pesa la richiesta di mobilità per 1957 addetti. Motivazioni, queste che hanno imposto la costituzione del tavolo di crisi al ministero dello sviluppo e del lavoro, che si è riunito ieri, con la partecipazione dei rappresentanti della presidenza del consiglio per sbrogliare l’intricata matassa.

IL PRIMO INCONTRO si era concluso con un niente di fatto. Le posizioni erano risultate inconciliabili. Da una parte i vertici di Eutelia, arroccati sulla richiesta di mobilità per quasi duemila addetti e pronti a cedere il settore It del gruppo a «fantomatici» acquirenti, dall’altra i sindacati che invocavano la ricapitalizzazione della società, l’uscita dalla proprietà della famiglia Landi e la costituzione di un nuovo assetto societario con la partecipazione di soggetti pubblici, in grado di farsi carico degli appalti assegnati ad Eutelia e di garantire i posti di lavoro. Posizioni inconciliabili, quelle che si sono scontrate alla vigilia del nuovo summit ministeriale, che è iniziato nel tardo pomeriggio e si è concluso a ora tarda. I contratti di solidarietà, che hanno permesso di alleggerire i costi dell’azienda, non hanno consentito però di risolvere la crisi finanziaria.IN MATTINATA, le organizzazioni sindacali avevano organizzato una manifestazione di protesta e sensibilizzazione davanti alla Regione Lombardia e gli stessi vertici regionali avevano assicurato la loro partecipazione al tavolo di crisi ministeriale. Al tavolo di crisi hanno partecipato anche i rappresentanti di tutte le Regioni coinvolte nella vertenza.

venerdì 24 aprile 2009

Marchetti (Pdl) chiede risposte su «Eutelia»

Lunedi' 27 Aprile 2009: presidio a Roma alle ore 17:00 al Ministero dello Sviluppo Economico in v.Molise, per PRETENDERE il coinvolgimento di tutti gli attori necessari alla soluzione della vertenza Eutelia


MAURIZIO Marchetti consigliere provinciale del Pdl è preoccupato degli sviluppi della vicenda giudiziaria che vede coinvolta la società telefonica aretina Eutelia, dove si parla di 2mila licenziamenti, si ipotizzano reati che vanno dall’associazione a delinquere al falso in bilancio, all’appropriazione indebita e altro ancora. «Leggendo le notizie pubblicate sulla stampa e ricordando che la provincia di Lucca ha affidato all’Eutelia oltre 2 milioni di euro di lavori legati al digital divide e allo sviluppo delle connessioni digitali e di banda larga con finanziamenti europei e parziale copertura degli enti locali — dice Marchetti — mi chiedo ora quali ripercussioni queste vicende avranno sui bilanci dell’ente provinciale e di tutti quei soggetti che si sono impegnati economicamente per sostenere questa operazione. Inoltre se questo significa che tanto lavoro andrà sprecato e si dovranno spendere altri soldi e altro tempo per realizzare interventi che resteranno inattuati. Mi chiedo anche se la Regione ha fatto tutti i passi necessari per ottenere le garanzie che una operazione che complessivamente in Toscana ha visto spendere 20 milioni di euro, 14 con fondi messi a disposizione della Regione e i restanti da tutti gli enti locali, aveva bisogno. Mi auguro che si dimostri che tutto questo non ha niente a che vedere con l’appartenenza politica della società in questione, anche se oggettivamente mi pare che si stiano moltiplicando situazioni a rischio che vedono coinvolta la Toscana e il suo reticolo occupazionale-industriale-produttivo che ormai ha bisogno di essere almeno rinnovato e reso più trasparente».

giovedì 23 aprile 2009

Ricapitalizzazione e uscita della famiglia Landi

Il piano dei sindacati: «Così la salvezza». Ma serve chi compra

L A RICETTA c’è. E’ già pronta, è stata stilata con cura ed ripiegata nel valigetta ventiquattr’ore dei segretari nazionali dei metalmeccanici delle tre organizzazioni sindacali, che il prossimo 27 aprile si presenteranno a Palazzo Chigi per partecipare alla riunione dell’unità di crisi, istituita presso la presidenza del consiglio. Una cura salvavita articolata su tre punti: ricapitalizzazione di Eutelia, uscita dalla società della famiglia Landi, creazione di una compagine societaria pronta ad acquistare il gruppo. Un piano, quello per salvare l’azienda e duemila posti di lavoro, studiato nei minimi dettagli, che ha un’unica strada obbligatoria, la costituzione di una società acquirente, in grado di rimettere in moto tutta la macchina organizzativa dell’azienda. Il nuovo soggetto, chiedono i sindacati, dovrà nascere con quote di capitale pubblico e privato, soprattutto dovrà muovere i primi passi senza essere gravato dai debiti, che attualmente pesano sulle spalle di Eutelia. Come sperano di ottenere il miracolo, i sindacati? Semplice, impegnando la famiglia Landi a ricapitalizzare la società con soldi freschi e con la vendita delle grandi aree edificabili acquisite tramite Bull a Pregnana nel Milanese, proprio al centro della zona dove sorgerà Expo 2015. Ma questa è solo la prima parte del programma che sarà portato all’attenzione di Palazzo Chigi. Attualmente Eutelia partecipa con una quota pari al 90 per cento ad una società con la Regione Molise, che detiene il restante 10 per cento: ebbene, partendo da questa esperienza, i sindacati sollecitano la nascita di un gruppo a capitale misto, con quote delle società finanziarie della Regione Toscana, Lazio e Campania, a cui si aggiungano privati operatori, che hanno già mostrato attenzione a quanto sta accadendo in via Calamandrei. I nomi sono appena sussurrati, addirittura sono oggetto di decise smentite, che però non convincono più di tanto. A più riprese si è parlato della disponbilità di Almaviva e della Sirti, due aziende molto note che operano nel settore It, con capacità e conoscenze in grado di assumersi il ruolo di «salvagente». Non c’è dubbio che si tratta di un progetto articolato, destinato a coinvolgere tutte le parti in causa e il cui buon fine è legato all’accettazione dei vertici di Eutelia, che fino ad ora hanno mostrato di perseguire altri obiettivi.«L’AZIENDA — affermano i sindacati — vuol disfarsi del personale, 1957 unità, e mettere in vendita i lucrosi appalti che ha ottenuto dai ministeri, dalle Regioni, dalle banche e dagli enti locali, preoccupandosi così di tutelare solo i propri interessi». Nel corso dell’incontro al ministero dello sviluppo e del lavoro, Eutelia aveva ventilato la cessione di un ramo d’azienda, in grado di recuperare solo 287 posti di lavoro. «E’ un diversivo — hanno dichiarato i rappresentanti sindacati — che non accetteremo mai».

mercoledì 22 aprile 2009

ROMPERE LE TRATTATIVE SINDACALI SI CHIEDA DI COMMISSARIARE EUTELIA

Corriere Fiorentino sezione: CRONACA data: 22/04/2009

Arezzo Gli accertamenti della Finanza sull’azienda quotata in Borsa
«Nella cassa di Eutelia sono spariti 41 milioni»

Indagini concluse: le accuse ai vertici della società
C’è anche una verifica fiscale in corso sul vicepresidente. La difesa: dimostreremo l’innocenza dei nostri clienti


DAL NOSTRO INVIATO
AREZZO — Transazioni estero su estero. Operazioni inesistenti sulle contabilità dell’azienda. Fatture su fatture per aggirare le maglie del Fisco. Un drenaggio di milioni, figurati in bilanci farlocchi. È più complicata di quanto appare l’inchiesta sul gruppo Eutelia, il colosso toscano delle telecomunicazioni, «radiografato » dai finanzieri del Comando provinciale di Arezzo, diretti dal colonnello Mario Solombrino.
Ora che l’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Roberto Rossi, è tecnicamente chiusa ad Arezzo ci si interroga sul futuro dei dipendenti che sono stati licenziati. Sindacati sul piede di guerra e azienda che, in questi mesi, si è giustificata citando recessioni economiche e altro. Già, l’azienda... In pratica tutti i vertici sono finiti sotto inchiesta. Tra le quindici persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e appropriazione indebita, ci sono il presidente Angiolo Landi, il vicepresidente Raimondo Landi e i componenti del Cda Samuele e Isacco Landi. E non poteva mancare l’avvocato svizzero, Pierfrancesco Campana, finito sotto inchiesta assieme a Sauro Landi: il suo ruolo era quello di costituire nella Confederazione elvetica società e relativi conti bancari, dove ci finivano i soldi.
«È un’inchiesta complicata. Sono sicura che dimostreremo l’assoluta estraneità dei miei clienti alle accuse che vengono mosse dalla Procura », dice l’avvocato Alessandra Cacioli, che difende mezza famiglia Landi. Lavoro duro e certosino, quello dei difensori, anche per una «vecchia volpe» del foro come l’avvocato Maurizio Bianconi, che assiste uno dei quindici indagati.
Tra soldi spariti, non dichiarati oppure cartolarizzati, secondo gli inquirenti, ci sono almeno un centinaio di milioni. Euro «polverizzati» attraverso più operazioni. Quella più eclatante riguarda la cessione del ramo di azienda che consiste nell’asset relativo alla gestione delle numerazioni a valore aggiunto a una società senza il pagamento. Algebra, direte voi. Valore: oltre 62 milioni di euro che, a detta degli inquirenti, non sono stati indicati nei bilanci e nelle relazioni del 2006.
Mica solo gli euro spuntano in questa storia, iniziata con blitz della Guardia di Finanza sia nella sede di Arezzo e nelle consociate di Roma e Milano e sui velivoli della flotta aziendale. Ci sono anche le sterline inglesi: oltre 3 milioni di pound, più una trentina di milioni di euro, sono stati presi da cinque componenti della famiglia Landi grazie a pagamenti di fatture per operazioni inesistenti. Soldi che sono stati emessi da otto società, alcune delle quali con sedi in Bulgaria, Romania e Inghilterra. Società, secondo gli inquirenti, che sono amministrate e controllate dagli stessi indagati.
Quarantuno milioni di euro, insomma, si sono «volatilizzati» dalle casse di Eutelia, società quotata in Borsa, dove la comunicazione sociale è obbligatoria. Questa è la cifra contestata che, al momento, circola nell’ambiente degli investigatori. Attenzione, però: c’è una verifica fiscale in corso da parte della Guardia di Finanza. Che, tanto per essere chiari, ha messo sotto inchiesta — un esempio su tutti — il vicepresidente del gruppo, Raimondo Landi.
Nella sua veste di rappresentante legale della Teleasp.net Ltd, per far evadere il Fisco, ha emesso a favore della Eutelia svariate fatture false: nel 2003 sono pari a 16 mila euro; nel 2004 oltre mezzo milione di sterline; nel 2005 oltre 800 mila pound; nel 2006 oltre un milione e mezzo di sterline e, infine, nel 2007 oltre 300 mila sterline. Nel 2004 è andata meglio: solo 800 mila euro a favore della Finanziaria Spa, un’altra controllata.
Il presidente di Eutelia Angiolo Landi è accusato di frode fiscale Con lui altri 14 indagati

mercoledì 15 aprile 2009

Eutelia, 2000 dipendenti in cassa integrazione da luglio

Da Ilsole24ore.com:

Duemila lavoratori in cassa integrazione dal mese di luglio per la società di telecomunicazioni e infomatica Eutelia. Gli ammortizzatori sociali interesseranno i dipendenti per un periodo di 24 mesi, chiarisce la società toscana, «nel più ampio obiettivo della dismissione delle attività non strategiche». Nel mese di gennaio Eutelia aveva annunciato l'uscita dal comparto dell'It e i sindacati avevano denunciato 2.000 licenziamenti.

La società di revisione PriceWaterhouseCoopers, inoltre, non ha certificato il bilancio 2008di Eutelia esprimendo, così, dubbi sulla continuità aziendale. I revisori, afferma un comunicato della stessa Eutelia, hanno espresso dubbi, tra gli altri, sulla conclusione positiva dei negoziati in corso con le banche creditrici per accordi di ristrutturazione e moratoria del debito. Nella nota, invece, gli amministratori della società di Arezzo ribadiscono la loro «piena fiducia sulla solidità delle ipotesi del piano industriale e sulla realizzabilità degli obiettivi ritenendo quindi sussistente la continuità aziendale».

Secondo il revisore Marilena Cederna, invece, il piano industriale di Eutelia prevede l'incasso nel 2009 di un importo totale di 31 milioni essenzialmente derivante da crediti per cessioni di partecipazioni avvenute nel 2008 e nell'esercizio precedente e dall'incasso di corrispettivi per cessioni di partecipazione pianificate per quest'anno. Il verificarsi di questi eventi, assieme ad altri, presupposto essenziale per la realizzazione del piano industriale, scrive ancora il revisore, «dipende in modo significativo da fattori esterni alla società che non sono sotto il controllo degli amministratori».

21 APRILE SCIOPERO NAZIONALE

E' stato confermato lo sciopero nazionale dei lavoratori del gruppo Eutelia per il giorno 21 aprile.

E' inutile ricordare a tutti i dipendenti della necessità di un una adesione massiva allo sciopero.

Voglio ricordare la lotta che i dipendenti della sede di Napoli hanno portato avanti per la difesa della propria sede e per scongiurarne la chiusura.

Lo sciopero del 23 gennaio ad Arezzo che ha tarpato le ali alle velleitarie idee subitanee di licenziamento di massa

Queste 2 date sono inportati per far capire, per chi non ne è ancora convinto, che la lotta per il proprio posto di lavoro non puo passare inascoltata specialmente quando a far rumore sono 2000 dipendenti truffati.

I sindacati si devono far carico fattivamente nel coinvolgere le amministrazioni locali nell'incontro del 21 c.m. nonostante l'ufficio vertenze nelle vesti del dott. Castano non abbia preso in considerazione questa opzione che è determinante e basilare per una decente conclusione della vertenza in atto.

mercoledì 8 aprile 2009

20 APRILE SCIOPERO NAZIONALE

Il titolo azionario Eutelia schizza del 20% in borsa sulla notizia di approvazione del piano industriale e finanziario per il quadriennio 2009-2012, dove l'azienda prevede di tornare all'utile netto già nell'anno 2010

Questo ancora a riprova del fatto che Eutelia piu che una vera e propria azienda imprenditoriale è solo una azienda a coperatura di operazioni finanziarie.

L'incontro al Ministero tra azienda e sindacato che in un primo momento doveva essere effettuato tra la fine di marzoe e l'inizio di aprile è stato indetto invece per il 21 aprile.

C'è ancora sufficente tempo per organizzare una manifestazione di protesta in pompa magna.
Il coordiamento delle RSU, insieme ai sindacati nazionali DEVONO:
- organizzare lo sciopero nazionale di tutto il gruppo
- farsi carico di far intervenire all'incontro le amministrazioni locali quali
regioni, province e comuni.
- informare l'opinione pubblica tramite giornali e telegiornali sul motivo dello
sciopero.
- insistere sulla linea della cattiva amministrazione che ha portato allo sfascio
l'azienda che se ne deve assumere la piena responsabilità, senza scaricarla
sulla collettività
- insistere sul fatto che l'acquisto di bull e getronics è stato una atto
finanziario e non imprenditoriale, giocato sulle spalle dei lavoratori e delle
loro famiglie
- cessione dell'intero ramo IT ad una unica azienda senza fare spezzatini e/o
cessioni parziali
- restituire alla BU IT tutti gli immobili ed i TFR
- attivare tutte le procedure e tutele legali per presunta truffa ai danni
dello stato e dei dipendenti della ex bull ed ex getronics
- costituirsi parte civile all'inchiesta aperta dal PM Roberto Rossi
(operazione crisalide) per falso in bilancio, frode fiscale
ed aassociazione a delinquere

E' L'ORA CHE OGN'UNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA'.
STATO E SINDACATI DEVONO DIMOSTRARE CON I FATTI TUTTE LE PAROLE SPESE
L'AZIENDA, NELLA VESTE DELLA FAMIGLIA LANDI, NON PUO' E NON DEVE SOTTRARSI ALLE SUE RESPONSABILITA' SOCIALE ESSENDO L'UNICA CAUSA DELLA CRISI AZIENDALE.

martedì 7 aprile 2009

Niente vendita solo ammortizzatori sociali?

(Teleborsa) - Roma, 6 apr - Il Consiglio di Amministrazione di Eutelia, riunitosi in data odierna, ha approvato il nuovo Piano Industriale e il Piano Finanziario per il quadriennio 2009-2012.
I driver strategici e industriali alla base del Piano Industriale sono:
- Focalizzazione del business aziendale sul segmento delle Telecomunicazioni (TLC) e progressiva dismissione della Business Unit Information Technology (IT)
- Forte razionalizzazione dei costi operativi a seguito della semplificazione del perimetro aziendale
- Cessione degli asset non strategici (in particolare delle partecipazioni estere) e progressiva alienazione degli immobili di proprietà
Attraverso la rifocalizzazione sul core business delle TLC Eutelia mira a:
- Recuperare quote di mercato nella fascia Corporate, P.A. e PMI, tramite l'offerta di servizi dedicati (reti integrate voce-dati)
- Rafforzare la leadership sul mercato wholesale, integrando l'offerta con soluzioni applicative e di datacenter
- Posizionarsi come operatore wholesaler infrastrutturato nei confronti dei nuovi soggetti del mercato italiano delle TLC (operatori Wimax e Operatori mobili virtuali)
- Capitalizzare il trend di crescita dei nuovi servizi VoIP all'interno del segmento delle PMI.

In relazione alla dismissione della Business Unit IT, è previsto nel Piano il ricorso agli ammortizzatori sociali per assorbire parte della forza lavoro impiegata. Eutelia, a tal proposito, ha avviato un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali di categoria e i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
A livello economico, il Piano prevede il ridimensionamento del volume di affari consolidato, a seguito dell'uscita dal settore dell'IT, e un progressivo recupero di marginalità, trainato dai servizi TLC e da un forte piano di snellimento dei costi fissi aziendali, che mira a riposizionare il rapporto EBITDA/Revenues stabilmente sopra il 10% e a riportare il Gruppo all'utile netto già nell'anno 2010.
I valori espressi dal Piano Industriale, spiega la società, sono subordinati alla definizione dell'iter avviato presso il Ministero del Lavoro e con le rappresentanze sindacali di categoria per il ricorso ad ammortizzatori sociali.
Lo stesso Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato il Piano Finanziario, connesso al nuovo Piano Industriale, che prevede una ristrutturazione complessiva del debito e una rivisitazione dei covenants finanziari che non risultano più coerenti con i valori di Bilancio a fine 2008.
A seguito dell'esame e dell'approvazione del Piano Finanziario e dei primi contatti avuti con le principali banche creditrici, il Consiglio di Amministrazione ribadisce la propria fiducia sulla possibilità di addivenire ad una conclusione positiva dell'iter di rinegoziazione del debito

venerdì 3 aprile 2009

Eutelia, Safilo, Telecom ENEL, Stefanel...mal comune mezzo gaudio

Dopo la parola subprime, il vocabolario di Piazza Affari deve metabolizzare un altro inglesismo: covenant. Il termine indica il vasto insieme di clausole - di natura finanziaria e non - che riempiono un contratto di finanziamento. Il punto decisivo è questo: se vengono violate la banca può chiedere il rientro anticipato del prestito, accettare di rinegoziarne i termini o accordare una deroga. In tempi di vacche grasse i covenant non fanno notizia. Ora però che si vive in tempi grami, nessun dettaglio viene lasciato al caso. Gli istituti di credito stanno così bussando alla porta dei loro clienti per verificare se tutto prosegue secondo accordi. E gli esiti sono spesso negativi.

È successo, ad esempio, a Telecom Italia questa primavera, quando, incassato il downgrade dalle case di rating, ha dovuto integrare le garanzie prestate a fronte di prestiti con la Bei.
Anche Enel prevede clausole analoghe e sempre in merito a prestiti accesi con la Bei.

Rinegoziare il debito, spesso ingente dopo stagioni in cui andare a leva era quasi un obbligo, è ormai una parola d’ordine di Piazza Affari. Tiscali, Ferretti e Seat sono forse i casi più eclatanti. Ma non di certo gli unici.
L’ultima in ordine di tempo ad annunciare che i vincoli sui finanziamenti sono saltati è stata Eutelia che dovrà ricorrere a un piano industriale che prevede la cessione di asset non strategici e, parallelamente, alla ristrutturazione del debito (66,6 milioni a fine dicembre a fronte di un ebitda negativo per 9,4 milioni) e dei relativi covenant finanziari «che non risultano più coerenti con i valori di bilancio 2008».
Prima è stata la volta di Socotherm, che ha chiesto alle banche una moratoria sugli obblighi di pagamento delle società italiane del gruppo e ha incaricato Leonardo & Co di curare la ristrutturazione del debito e, contemporaneamente a Rothschild, di ricercare un partner strategico. La società della famiglia Soave ha posticipato ieri la pubblicazione dei dati 2008 (atteso un debito di 217 milioni di euro su un ebitda di 52 milioni). Rottura di un covenant (riguardante il patrimonio netto minimo) anche per Sorin che infatti sta ridefinendo con le istituzioni finanziarie i vincoli sul debito a lungo termine. Anche Montefibre sta procedendo sulla strada della ristrutturazione del debito (53,7 milioni a fine 2008 su un mol negativo per 7,3 milioni).

Safilo che, a quanto risulta, per stare tranquilla dovrebbe mantenere un rapporto debito su ebitda pari a 3,5.
Il gruppo della famiglia Tabacchi invece ha chiuso il 2008 con debito di 570 milioni e un ebitda di 126. E per gli analisti il rapporto potrebbe salire nel corso dell’anno addirittura a 5. Per questo Safilo da qualche tempo ha allo studio «varie soluzioni volte al rafforzamento della struttura del capitale», inclusa la possibile diluizione dei Tabacchi (al 40% circa del capitale).
Stefanel. Il gruppo di Ponte di Piave infatti, nonostante l’aumento di capitale da 40 milioni di euro della scorsa estate, avrebbe sforato i parametri richiesti dalle linee di finanziamento sul 2008 (ovvero un indebitamento

mercoledì 1 aprile 2009

Nulla di nuovo

Fonte Finanzaonline.com

A integrazione del comunicato emesso ieri, che riportava i dati di bilancio riferiti al 2008, Eutelia specifica, attraverso una nota diramata poco fa, che le principali partite che hanno determinato i 98,1 milioni di euro di accantonamenti e svalutazioni sono relative a "svalutazioni di crediti per 45 milioni, svalutazioni di partecipazioni e avviamenti di società controllate e collegate per circa 17 milioni, svalutazioni di beni immateriali per 15 milioni, accantonamenti a fondi rischi per circa 17 milioni e 4 milioni di svalutazione magazzino cespiti

A seguito della situazione economico-patrimoniale al 31 dicembre 2008 il consiglio di amministrazione di Eutelia ha attivato una task force interna con l´obiettivo di predisporre nei prossimi giorni un piano finanziario, connesso al nuovo piano industriale in fase di definizione, per avviare con le principali banche creditrici un processo finalizzato alla ristrutturazione dell´indebitamento e alla rivisitazione dei covenants finanziari che non risultano più coerenti con i valori di bilancio a fine 2008. Lo comunica la società in una nota.